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CSt: finanziamento partiti; no a iniziativa, sì a controprogetto

Christian Levrat (PS/FR) durante il dibattito sul finanziamento nella trasparenza dei partiti KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) “No” all’Iniziativa sulla trasparenza della politica, sì al controprogetto indiretto elaborato dalla Commissione delle istituzioni politiche degli Stati.

Senza sorprese la Camera dei cantoni ha preferito oggi la controproposta commissionale, che chiedeva una maggiore trasparenza nel finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, al testo dell’iniziativa popolare giudicato estremo. Il dossier passa ora al Nazionale.

L’iniziativa popolare “Per più trasparenza nel finanziamento della politica (Iniziativa sulla trasparenza)” – sostenuta da Verdi, PS, PBD, Partito evangelico, Partito pirata e dall’organizzazione Transparency International Svizzera – è stata bocciata con 32 voti contro 12. Essa vuole obbligare i partiti a rendere pubblici, pena una multa, i loro bilanci e conti economici nonché la provenienza delle donazioni superiori a 10’000 franchi per anno e persona.

Nel caso di campagne, le persone e i comitati devono dichiarare le donazioni superiori a 10’000 franchi sempre che impieghino in totale più di 100’000 franchi. Inoltre, accettare donazioni anonime sarebbe vietato.

Controprogetto indiretto

Dal canto suo il controprogetto, elaborato sotto forma di revisione della Legge federale sui diritti politici, prevede che i partiti rappresentati in parlamento debbano dichiarare ogni anno tutte le donazioni superiori a 25’000 franchi. L’obbligo di pubblicazione riguarderà anche contributi superiori ai 250’000 franchi per campagne di votazioni o elezioni, ha dichiarato Daniel Fässler (PPD/AI) a nome della commissione.

Al voto la controproposta è stata approvata con 29 voti contro 13. Vari oratori hanno sottolineato che i cittadini desiderano una maggiore trasparenza, come dimostrerebbe il successo di testi analoghi accolti in Cantoni come Svitto e Friburgo o il Ticino. Il “senatore” Christian Levrat (PS/FR) ha in particolare sottolineato come nel suo cantone tutti i comuni hanno accettato un’iniziativa simile. Essa chiede che i politici debbano dichiarare le donazioni ricevute a partire da 5’000 franchi, ha precisato il friburghese.

Entrata in materia

Un minoranza di destra (UDC e PLR) proponeva di non entrare nel merito sul controprogetto. La struttura federalista della Svizzera e la sua democrazia diretta non permetterebbero di contemplare in modo equo tutti gli attori che finanziano attività politiche, consentendo così soltanto una trasparenza parziale.

Secondo questa minoranza, se si tentasse di rendere trasparente il maggior numero possibile di flussi finanziari, l’esecuzione della rispettiva legislazione risulterebbe estremamente complicata. L’onere burocratico sarebbe sproporzionato rispetto alla trasparenza ottenuta, ha sottolineato invano Andrea Caroni (PLR/AR). Il plenum non lo ha seguito ed è entrato in materia con 29 voti contro 14 e 1 astenuto.

Importi donazioni

La sinistra ha poi tentato, durante i dibattiti, di convincere il plenum a dichiarare le donazioni a partire da 10’000 anziché 25’000 (come voleva l’iniziativa) e ha cercato di obbligare i partiti a svelare non solo i loro introiti, ma anche le loro spese e lo stato del loro patrimonio.

Levrat ha ricordato, invano, come lui e la sua collega Johanna Gapany (PLR/FR) debbano dichiarare eventuali donazioni superiori ai 5’000 franchi ricevute durante la campagna elettorale, mentre i loro colleghi friburghesi al Nazionale dovranno dichiararle soltanto se esse superano i 25’000 franchi. Ma la maggioranza è stata di tutt’altro avviso e con 31 voti contro 12 si è attenuta alla proposta commissionale.

Ingerenza straniera

Su un punto, una minoranza composta da sinistra e PPD, è riuscita a rovesciare il voto commissionale: oltre al divieto di ricevere donazioni anonime, ha voluto impedire – con 25 voti contro 18 – un’ingerenza straniera nella politica svizzera, vietando le donazioni in provenienza dall’estero per il finanziamento di una campagna di votazione o di raccolta di firme in vista di un referendum o di un’iniziativa.

Negli ultimi anni il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa ha criticato più volte la Svizzera per la sua mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti. Il GRECO ha recentemente giudicato “positiva” l’iniziativa popolare. Il popolo potrebbe pronunciarsi in proposito nel 2020 o nel 2021.

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