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L’omaggio a Fellini di Béjart e Roman

Maurice Béjart, il ricordo di un legame forte swissinfo.ch

Maurice Béjart e il ballerino Gil Roman, direttore aggiunto del Balletto Béjart di Losanna, realizzano ognuno una coreografia in memoria di Federico Fellini.

L’iniziativa si inserisce nel quadro di una vasta retrospettiva che Losanna dedica al cineasta italiano.

Dal 24 ottobre al 9 novembre il Palazzo di Beaulieu a Losanna propone una retrospettiva dedicata a Federico Fellini, realizzata in collaborazione con la Fondazione Fellini di Sion, nel Vallese.

In programma una grande mostra con foto e disegni, scenografie, costumi e locandine. E naturalmente, proiezioni. Il 31 ottobre una serata speciale, dove sarà la danza ad evocare il ricordo del Maestro grazie a due coreografie in prima mondiale: “Ciao Federico” di Maurice Béjart ed “Ecografia di una balena” di Gil Roman.

I ricordi di Gil Roman

Della sua coreografia, Gil Roman non può ancora dire molto: si trova tuttora in fase di prova e si tratta in fondo anche di uno stadio di creazione, perché per il ballerino nulla è immutabile: “All’origine c’è sempre un’idea, che tento di sviluppare, ma mi rendo anche conto che non devo bloccarla. Devo lasciarla vivere e fare spazio a quello che succede nello studio”, spiega Roman, che lavora con Béjart dal 1979.

Con “Ecografia di una balena” Gil Roman tenterà di rievocare le immagini che gli sono rimaste impresse dei film del grande regista italiano. “Sto cercando di mettere in scena la scrittura di una risonanza dell’opera di Fellini”.

L’altra chiave che influisce sulla creatura di Roman sono i legami fra Béjart e Fellini. “C’erano delle connessioni speciali fra loro. Il fascino delle marionette, del circo, del ricordo, del doppio, dello specchio.. Ci sono una quantità enorme di temi che ho visto Maurice affrontare per anni, temi che mi stanno molto a cuore e che si ritrovano nell’opera di Fellini”.

Una fratellanza assoluta

“Anche se non ci vedevamo per un anno, quando ci ritrovavamo era un sentimento di assoluta fratellanza”, ricorda Maurice Béjart. Aveva conosciuto Fellini grazie al compositore Nino Rota, che aveva lavorato per il coreografo in “Molière immaginario” e “L’amore del poeta”.

Fra i due uomini all’epoca nacque una relazione profonda, un legame che ancora oggi Maurice Béjart sente come qualcosa di davvero speciale. “Ci sono frasi, nei suoi diari come nelle sue interviste, che potrei citare tali e quali nelle mie”. E aggiunge: « È assurdo, ma non c’è davvero niente che non potrei attribuire a me stesso, ovviamente sostituendo il cinema con la danza, ma nel profondo, si tratta proprio della stessa cosa ».

Come definirebbe queste corrispondenze? “Una concezione della vita. Il bisogno di sentirsi ancora bambini, il gusto della scoperta. La magia della vita. Vedere altre cose dietro le cose. L’incapacità di gestire i soldi, pure”, aggiunge sorridendo Maurice Béjart.

“Felliniano?”

Sono pochi gli artisti che hanno davvero aggiunto qualcosa al linguaggio. Fellini evidentemente si, tanto che l’aggettivo “felliniano” è entrato nel lessico comune. “Perché è riuscito a dare vita ad opere esoteriche, ma comprensibili a chiunque. Questo è il principio alla base di un capolavoro, vedi Shakespeare, Molière o Goethe: si tratta di opere che possono essere lette sul piano filosofico e su quello popolare”, commenta il coreografo.

Al termine “felliniano”, comunque, Béjart attribuisce un significato tutto suo: “Quando diciamo felliniano, di solito pensiamo a cose fuori misura, grottesche, truculente. La qualità che mi colpisce di Fellini è piuttosto la tenerezza. La tenerezza permanente, più che la sensualità. Dunque la parola “felliniano”, io credo, non ha per tutti lo stesso significato”.

Béjart ha già trasposto in coreografia il cinema di Fellini, in particolare all’interno di “AmoRoma”, nel 1993. Il suo “Ciao Federico” sarà dunque “al tempo stesso una creazione e una ri-creazione”.

La musica di Nino Rota sarà molto presente. E sarà possibile ascoltare un estratto da una colonna sonora molto speciale: Nino Rota che canta stonato, sulle note di un pianoforte scordato, che fu registrato su una cassetta dallo stesso Béjart durante un soggiorno di lavoro a Capri. Perché il ricordo e l’ironia stanno bene insieme, con Béjart.

swissinfo, Bernard Léchot
(traduzione: Serena Tinari)

Dal 24 ottobre al 9 novembre il Palais di Beaulieu di Losanna ospiterà una retrospettiva dedicata a Federico Fellini.

Sarà la cornice nella quale il 31 ottobre il Balletto Béjart di Losanna (BBL) presenterà due coreografie originali, da scoprire nel Teatro di Beaulieu. – “Ciao Federico” è opera di Maurice Béjart, “Ecografia di una balena” è firmata da Gil Roman, ballerino nella compagnia di Béjart dal 1979 e direttore aggiunto del BBL dal 1993.

Maurice Béjart, coreografo di Marsiglia, sciolse nel 1987 a Bruxelles il “Balletto del XXesimo secolo” per trasferirsi a Losanna e dare vita al “Balletto Béjart di Losanna”.

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