La prima della Dama di Picche di Tschaikowski apre la stagione dell’Opera di Zurigo
Un giocatore accanito, una contessa inquietante, tre carte «stregate»: è quanto attende gli spettatori dell'imminente prima della «Dama di picche», opera in tre atti con musiche di Tschaikowski in scena da domenica sera 4 giugno all'Opernhaus
La «Pikovaja Dama», composta da Peter Ilic Tschaikowski più di un secolo fa, nel 1890, è, assieme all’«Eugenio Onieghin», uno dei lavori teatrali più famosi del grande musicista russo. Negli stessi anni, l’artista aveva creato alcuni tra i suoi capolavori più amati, come la quinta Sinfonia, la Sesta – conosciuta come «Patetica» -, i balletti «Lo schiaccianoci» e «La bella addormentata nel bosco».
Ispirata a una novella di Puskin, la «Dama di picche» andò in scena per la prima volta nel dicembre del 1890 al teatro Marijnskij di San Pietroburgo, incontrando subito il favore del pubblico. Varie le ragioni del successo: la musica, dalle caratteristiche influenze russe ma anche occidentali, in particolare francesi; l’atmosfera decadente del lavoro; la stessa vicenda, che mescola abilmente elementi magici, allucinanti, persino macabri, fino a raggiungere un mélange molto gradito al pubblico di allora come a quello odierno.
Il protagonista dell’opera è German, un ufficiale squattrinato e schiavo del gioco. Nel primo atto si innamora di Lisa, nipote di una strana contessa soprannominata «la dama di picche» perché si dice conosca il segreto di tre carte sempre vincenti. Tentando di carpirglielo, l’ufficiale ne provoca la morte, col risultato di vedersi perseguitato dal suo fantasma. Lisa, sconvolta, si uccide gettandosi nel fiume Neva. Il clou dell’«horror» si raggiunge nel finale: tentando per l’ennesima volta la fortuna al gioco, German punta tutto sulle tre carte suggeritegli dallo spirito della contessa. Le prime due sono indovinate, ma l’ultima, appunto la dama di picche, lo tradisce inducendo anch’egli al suicidio.
Per l’allestimento zurighese, il sovrintendente dell’Opernhaus Alexander Pereira ha invitato uno dei direttori più affermati del momento per quanto riguarda il repertorio di Tchaikowski, il russo Vladimir Fedosoyev. Nei ruoli principali, i cantanti Viktor Lutsiuk (German), Joanna Kozlowska (Lisa) e Stefania Kaluza (la contessa).
La regia è stata curata da Jens-Daniel Herzog, con la collaborazione dello scenografo Bernhard Kleber, della costumista Anne Poppel e dell’addetto luci Jürgen Hoffmann. Il coro, preparato dal maestro Ernst Raffelsberger, costituisce un valido punto di riferimento della messinscena. Dopo la “prima” di domenica, le successive rappresentazioni avranno luogo il 12, 15, 21, 24 e 28 giugno nonché il primo e il 4 luglio.
Alessandra Zumthor

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