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Paléo 2006: ancora un’annata eccellente

Anche quest'anno il Paléo si è dimostrato uno dei festival svizzeri più popolari Keystone

Sei giorni di sole, 120 concerti a casse chiuse, 225'000 spettatori incantati: ancora una volta gli organizzatori del Paléo Festival possono sorridere.

I responsabili sottolineano la qualità degli spettacoli di questa 31esima edizione e l’eccellente atmosfera generale, che ha invogliato alcuni artisti a mischiarsi alla folla.

«Come per il vino, è possibile avere diverse grandi annate di seguito», afferma Daniel Rosselat. Anche quest’anno, il patron del Paléo ha praticamente ricevuto solo degli elogi e né lui né i suoi collaboratori «non provano la minima fatica ad annunciare dei successi».

Il bilancio di questa 31esima edizione è ancora una volta un’occasione per ripetere fino a che punto il Paléo coccola i suoi spettatori: buona acustica, buoni schermi, ottimo cibo, grandi spazi per rilassarsi, animazioni.

«Ho visitato quasi tutti i festival della Francofonia e posso dirvi che siamo i soli ad offrire così tanto – assicura Daniel Rosselat. Del resto, tutti i professionisti del mondo dello spettacolo che vengono qui confermano – e penso che siano sinceri – che siamo un modello».

Diversi acuti

Sul fronte musicale, i due programmatori Jacques Monnier e Sébastien Vuigner hanno apprezzato in modo particolare il ritorno degli Who, la classe dei Depeche Mode, il rispetto del pubblico per il concerto di Tracy Chapman e la follia della rapper francese Diam’s.

Senza dimenticare poi l’omaggio di Maxime Le Forestier a Georges Brassens, con tutti quei bambini di dieci anni che ascoltavano le parole del grande poeta della «chanson» francese, e le numerose scoperte, troppe per citarle tutte.

Il Villaggio del Mondo, sorta di «festival nel festival», quest’anno ha vibrato ai ritmi indiavolati giunti essenzialmente dai Balcani. Goran Bregovic, forse l’ambasciatore più conosciuto di queste musiche, ha portato la sregolatezza fino sul palco principale.

«Gli artisti sentono che qui l’ambiente è sereno», osserva Jacques Monnier, felice di constatare che sempre più artisti prolungano il loro soggiorno al di là di quello che prevede il loro contratto.

I membri del trio francese Louise Attaque, ad esempio, sono restati tre giorni al Paléo e il loro compatriota Cali ha promesso di ritornare l’anno prossimo in qualità di semplice spettatore.

I californiani di Lords of Altamont, adepti di un rock assai radicale, sono spesso stati visti gironzolare sul terreno del festival, così come Tracy Chapman. Malgrado la sua estrema timidezza, la cantautrice statunitense ha voluto a tutti i costi fare una passeggiata – «cosa che non fa mai», sottolinea Jacques Monnier – e si è detta «meravigliata» per l’ambiente.

Degli spettatori più «ecologici» e più saggi

Visto lo spirito che vi regna, Paléo deve per forza far rima con ecologia. In futuro, il Festival vorrebbe che almeno il 40% degli spettatori arrivi utilizzando i trasporti pubblici. Nel 2005, questa percentuale era stata del 27%. Pur non potendo ancora comunicare delle cifre, Daniel Rosselat sostiene che la causa progredisce. Inoltre, la superficie adibita a parcheggio è leggermente diminuita.

Buone note anche sul fronte della separazione dei rifiuti. Quattro anni fa, solo il 16% delle bottiglie, dei bicchieri e della carta era depositata negli speciali bidoni della spazzatura. Lo scorso anno, la percentuale era del 32% e l’obiettivo del 40% dovrebbe così essere presto raggiunto.

Il bilancio è positivo pure per quanto concerne la sicurezza. Sull’arco dei sei giorni del Festival, la polizia ha ricevuto solo 40 denunce, essenzialmente per dei furti. «È molto poco, sottolinea Daniel Rosselat, poiché non bisogna dimenticare che Paléo è una città di 45’000 abitanti».

A titolo di paragone, nel 1999 e nel 2000, quando si erano registrati un decesso per overdose, un’aggressione all’arma bianca e uno stupro nel campeggio, il numero di denunce aveva superato quota 200.

Per quanto concerne droghe pesanti e soprattutto leggere, l’impressione soggettiva – in attesa di avere le statistiche della polizia – è che gli adepti dello spinello siano meno numerosi… o in ogni caso più discreti.

swissinfo, Marc-André Miserez
(traduzione di Daniele Mariani)

6 palchi coperti e aperti su un terreno di circa 80 ettari
120 concerti sull’arco di sei serate
150 stand di cibo, bibite a artigianato
30 impiegati fissi e 3’750 collaboratori volontari
18,5 milioni di franchi di budget

Durante il Festival, il terreno che accoglie il Paléo – a nord di Nyon, tra Losanna e Ginevra – si trasforma in una città di 45’000 abitanti.

Il Festival accoglie ogni serata circa 35’000 spettatori paganti, ai quali si aggiungono 9’000 persone, tra membri dello staff, volontari, artisti, sponsor, e alcune centinaia di bambini di meno di 12 anni, che non pagano l’entrata.

Tra 6’000 e 7’000 persone soggiornano nel campeggio, che da alcuni anni è riservato unicamente a coloro che hanno un biglietto. Una parte del campeggio è riservata a una moltitudine di stand ed è accessibile a tutti.

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