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Swatch: lo spirito di clan chiave del successo

Gli Hayek, prima e seconda generazione Keystone

Il primo gruppo orologiero mondiale ha appena integrato la terza generazione degli Hayek in seno alla direzione generale.

Come una famiglia perpetua il proprio successo. Roland Carrera, giornalista esperto del settore, non ha dubbi: lo spirito di clan è la chiave della continuità del gruppo.

Appeso alla parete dell’ufficio di Nicolas G., la poesia di Kipling “Sarai un uomo, figlio mio”. Sotto la finestra di Nick Jr., direttamente sulla facciata della sede sociale del Gruppo Swatch, pende una bandiera da pirata.

Quanto al nipote, la stampa non ha ancora tenuto conto dei suoi gusti in materia di decorazione. Un segnale. Mark Hayek, infatti, deve farsi ancora un nome ai vertici. Ma il suo pedigree fa ben sperare.

Appena nominato in seno alla direzione generale del Gruppo Swatch, all’età di 34 anni, il nipote del patriarca e fondatore del gruppo ha già al suo attivo un bottino di tutto rispetto.

Già membro della direzione allargata dell’impresa, presidente della marca Blancpain dal 2002, Mark Hayek ha sfoggiato talenti di imprenditore lanciando in centro a Zurigo un ritrovo gastronomico alla moda, dopo un passaggio nell’orologeria e degli studi di marketing e economia a Los Angeles.

Figlio di Nayla Hayek – la figlia di Nicolas G., pure membro del consiglio di amministrazione del gruppo – Marc è stato allevato da quest’ultimo e dalla sua consorte, dopo il divorzio dei suoi genitori. Una circostanza che gli ha permesso di tessere dei legami molto forti sia con il nonno, sia con lo zio Nick Jr., che considera come un fratello.

Dal cinema agli orologi



All’età di 51 anni, Nick Jr. è presidente operativo del gruppo dal 2003. Per molto tempo ha accarezzato il sogno di fare carriera nel cinema. E ha realizzato due film (con Peter Fonda nei titoli), prima di lasciarsi conquistare dalla passione per l’orologeria, che colpisce tutti coloro che vi si avventurano da vicino.

Asso del marketing e della comunicazione, creativo fuori dagli schemi e pazzo per l’innovazione, Nick Jr. è meno carismatico di Nicolas G.. Ma, un giorno o l’altro, il numero uno del Gruppo Swatch sarà lui.

Solo poco tempo fa, ha confidato al mensile economico “Bilan” la sua ammirazione profonda per suo padre. “I nostri disaccordi sono minimi. Non vertono né sulla strategia dell’impresa, né sul concetto della vita, e ancora meno sull’etica”.

A 77 anni, il miliardario Nicolas G. resta il vero padrone del gruppo, di cui presiede il consiglio di amministrazione. “E’ molto influente. L’età nello sfiora neppure, è rimasto dinamico, come sempre. E’ un uomo – osserva il giornalista Roland Carrera – dotato di una determinazione straordinaria”.

Dopo un’infanzia trascorsa tra il suo Libano natale e la Francia, Nicolas G. Hayek, diventa matematico. Dirige ad interim l’azienda del suocero e poi crea, nel 1957 a Zurigo, la sua propria società di ingegneria.

Tra le sue mani passano diversi dossier. La ristrutturazione delle Ferrovie federali svizzere, per esempio. Conosciuto per la qualità delle sue perizie, è chiamato dalle banche che, di fronte agli attacchi dei giapponesi, desiderano svincolarsi da un’orologeria svizzera alla deriva.

Ma Hayek sorprende. Piuttosto di proporre la resa e di cedere tutto ai giapponesi, evidenzia le lacune strategiche e l’assenza di un vero timoniere alla testa dell’orologeria svizzera. Detto fatto. Si indebita e acquista la maggioranza di ASUAG-SSIH, una galassia di società, tutte più o meno legate alla stessa sorte.

Swatch e compagnia



“Hayek – commenta Carrera – ha salvato l’industria orologiera svizzera di medio e basso livello. Non quella di lusso, della cui salute Hayek approfitta solo in questi ultimi anni”.

“A ben vedere non parlerei tanto di salvatore – aggiunge il giornalista – quanto piuttosto di un riorganizzatore dotato di una certa genialità. Ha di fatto raggruppato energie sparse”.

Il seguito? Il lancio dello Swatch nel 1983. Un orologio che non ha inventato, ricorda Carrera, ma da cui ha saputo trarre vantaggio. E così via, sulla scia di riscatti e di dinamiche interne fino ad ottenere quello che oggi è un gruppo altamente tecnologico. Un gruppo che nel settore orologiero copre lo spettro di tutte le gamme.

“All’inizio – ricorda Roland Carrera – Hayek era circondato da forti personalità, non necessariamente in armonia. A quel tempo mi sembrava l’unica debolezza. Ma con suo figlio e suo nipote ha preso le sue precauzioni”.

Il punto in comune degli Hayek è cristallino. “Sono tutti stati formati dal padre. Un autentico spirito di clan – assicura il giornalista – . Una famiglia e un padre padrone così solido, è certamente positivo per la continuità dell’azienda”.

swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione e adattamento Françoise Gehring)

Il Gruppo Swatch, con sede a Bienne, è il numero uno mondiale nel settore orologiero
Nel mondo impiega circa 20 mila persone
La cifra d’affari oltrepassa i 4 miliardi di franchi
Possiede 17 marche, tra cui Breguet, Omega, Tissot, Longines, Rado e Blancpain

Con una cerimonia cui hanno partecipato più di 300 invitati, Bienne ha consegnato a Nicolas G. Hayek la cittadinanza onoraria, a ricompensa del suo impegno in favore dell’industria orologiera elvetica, “che ha contribuito a salvare”, recita la menzione.

Quasi una dinastia. La storia dello Swatch è anche una faccenda di famiglia, che si tramanda di padre in figlio. Il carisma del fondatore del Gruppo, Nicolas G. Hayek, è anche l’impronta dell’azienda. Il futuro, con il figlio Nick Jr. e il nipote Mark nella stanza dei bottoni, è ormai assicurato.

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