
Disoccupazione rimane stabile al 2,8% in settembre in Svizzera

Disoccupazione stabile in Svizzera: in settembre il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,8%, stabile rispetto ad agosto e in lieve aumento in confronto al 2,7% registrato in luglio, giugno e in maggio.
(Keystone-ATS) Sull’arco di dodici mesi si registra un incremento di 0,4 punti percentuali.
Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) alla fine del nono mese dell’anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) è salito a 133’200 (tutte le cifre assolute arrotondate al centinaio, per facilità di lettura), cioè 1100 in più di agosto e 20’000 in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati quasi 170’000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.
Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte all’URC: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Stando all’ILO la disoccupazione in Svizzera nel secondo trimestre (ultimo dato disponibile) era al 4,6%.
Tornando alle valutazioni odierne della Seco, in Ticino in settembre il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,6% (invariato rispetto ad agosto, +0,2 su base annua), nei Grigioni all’1,2% (+0,2 e +0,3). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 4400 disoccupati (+100 mensile, +300 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1300 (pure +100 e +300). Il Ticino è al 11esimo posto fra i più toccati dal problema, con Giura e Ginevra più in difficoltà, mentre i Grigioni sono al sesto rango nella graduatoria dei meno colpiti, dominata da Appenzello Interno.
Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 3,2%, fra i 25-49enni al 3,1% e fra gli over 50 anni al 2,5%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 18’800, l’1,7% in più di agosto e il 37,4% in più di dodici mesi prima, fra cui 8200 ultracinquantenni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,0% (nessuna variazione mensile e +0,3 annuo), gli stranieri del 4,9% (+0,1 e +0,8). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (24,7%; il dato va però considerato con cautela, secondo la Seco, perché per motivi metodologici non rispecchia più la realtà attuale), seguiti dagli africani (8,8%), che la Seco considera nel loro insieme, dai bulgari (7,3%) e dai rumeni (6,8%). L’Ue è al 4,3%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 6,2%, l’Italia al 4,1% e la Germania al 3,2%.
Complessivamente, fa sapere ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 213’800, il 2,2% in più di agosto. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, i lavoratori che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento era pari a 37’400 (-500 mensile, -900 annuo).
I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di giugno (ultime informazioni disponibili), che risulta ancora relativamente poco diffuso: ha infatti colpito 10’800 persone. Intanto in settembre 3500 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.