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Dopo il grande silenzio, la parola all’accusa

Mirino puntato sugli imputati del processo Swissair Keystone

Le audizioni degli imputati nel procedimento penale contro i presunti responsabili del fallimento Swissair sono terminate. Da giovedì la corte ascolterà le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Secondo un osservatore del processo in corso al Tribunale distrettuale di Bülach, l’accusa si troverebbe in una posizione difficile e l’esito rimarrebbe alquanto incerto.

Erano tutti manager di punta, personaggi di spicco dell’economia svizzera dotati di un formidabile talento oratorio. E ora, in qualità di detentori del potere decisionale, sono chiamati a rispondere del tracollo di Swissair, l’ex fiore all’occhiello nazionale.

Citati davanti al Tribunale distrettuale di Bülach, nel canton Zurigo, la maggior parte di loro si è rifiutata di rilasciare qualsiasi informazione, ha respinto ogni addebito e – visto il processo civile ancora pendente – ha eluso le domande dei giudici trincerandosi dietro un muro di silenzio.

I pochi che hanno parlato sono passati al contrattacco definendo l’atto d’accusa una “scemenza” e il procuratore “pronto per il manicomio”, “malintenzionato”, “avulso dalla realtà” e “dilettante”.

“Il pubblico ministero ha ora due giorni di tempo per esporre la propria ricostruzione dei fatti. La requisitoria si preannuncia quindi estremamente avvincente”, dichiara a swissinfo Constantin Seibt, il giornalista che segue il processo per conto del quotidiano zurighese Tages-Anzeiger.

Diritto societario inadeguato

Il grande interrogativo che accompagna il secondo e il terzo atto del procedimento penale in corso a Bülach riguarda l’esito della sentenza: gli imputati verranno riconosciuti colpevoli oppure prosciolti dai principali capi di accusa?

“Su questo punto, i pareri degli inviati divergono. In generale, tuttavia, tutti sono più o meno concordi nel riconoscere che l’accusa poggia su basi traballanti. Il diritto societario svizzero presenta diverse lacune e quello di Bülach ha tutta l’aria di un processo pilota”.

E alludendo agli oltre 4’000 classificatori che racchiudono gli atti del processo Swissair, Seibt soggiunge: “Sono comunque dell’avviso che il tribunale abbia già stabilito perlomeno la struttura di massima della sentenza”.

L’incompetenza non è un reato

Uno dei capisaldi su cui poggia l’accusa riguarda i presunti danni arrecati ai creditori e agli azionisti. Considerata l’organizzazione estremamente complessa di Swissair con le sue 260 aziende, vien da chiedersi a che punto il Gruppo poteva considerarsi definitivamente fallito e fino a quando sarebbe ancora stato possibile correre ai ripari.

“Le cifre presentate dall’accusa a sostegno della propria tesi sono senz’altro convincenti, ma anche quelle esposte dagli imputati non sono da meno”, ritiene l’inviato del Tages Anzeiger.

La Swissair è un capitolo chiuso, ma la più grave bancarotta mai verificatasi in Svizzera ha lasciato dietro di sé una voragine di debiti. I crediti pecuniari saranno oggetto di un procedimento civile separato. Quello in corso a Bülach deve giudicare unicamente i reati di natura penale, esclusi quindi la cattiva amministrazione, gli errori del management, l’incompetenza o ancora l’insuccesso.

“Da questo punto di vista, l’accusa non si trova certamente in una posizione facile e per spuntarla dovrebbe riuscire a dimostrare l’intenzionalità o perlomeno l’esistenza di una colpa grave degli imputati”, spiega Seibt. “Ma dopo tutto nessuno ha mai dichiarato di voler affondare la Swissair”.

Dopo lo shock il caos

A infliggerle il colpo di grazia è stata UBS – ha sottolineato l’ultimo CEO del Gruppo Mario Corti davanti alla corte, lasciando intendere che, malgrado la concitazione dei giorni successivi al fatidico 11 settembre 2001, un credito bancario avrebbe ancora potuto salvare la compagnia.

“Questa affermazione è stata accolta da UBS con grande nervosismo”, prosegue Seibt, tant’è che la banca si è affrettata a respingere le accuse rivolte al suo indirizzo con un comunicato insolitamente prolisso.

In ultima analisi, le deposizioni di Corti così come quelle del suo predecessore Philippe Bruggisser o dei consiglieri di amministrazione Thomas Schmidheiny ed Eric Honegger non hanno aggiunto alcun elemento nuovo a quanto già si sapeva. “Grazie alle loro testimonianze possiamo tuttavia farci un’idea dello shock e del caos che regnavano in quel momento.”

swissinfo, Andreas Kaiser
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

Il processo davanti al Tribunale distrettuale di Bülach si è aperto il 16 gennaio e si protrarrà sino al 9 marzo.

Le audizioni dei 19 imputati si sono concluse il 5 febbraio.

I dibattimenti sono pubblici e si svolgono nella sala comunale di Bülach in grado di ospitare fino a 1’500 persone.

Dal 15 febbraio la corte ascolterà le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Il giorno della lettura della sentenza non è ancora stato fissato.

L’atto di accusa riempie 100 pagine, gli atti giudiziari 4’150 classificatori.

Per istruire la causa, il pubblico ministero zurighese ha lavorato 40’000 ore, interrogato oltre 300 persone e disposto la perquisizione di 20 abitazioni.

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