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Il Tribunale penale si china sulla vicenda Enel

La società Enel si è costituita parte civile nel processo di Bellinzona Keystone

È approdata lunedì a Bellinzona l'appendice svizzera del presunto caso di corruzione Enelpower-Enipower. Alcuni ex manager della principale azienda produttrice di energia elettrica in Italia sono infatti comparsi dinnanzi al Tribunale penale federale per la prima udienza: sono accusati di riciclaggio di denaro di provenienza illecita.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 febbraio 2010

Sul banco degli imputati si ritrovano da lunedì sei cittadini italiani e uno svizzero, che dovranno rispondere dell'accusa di riciclaggio semplice e aggravato di denaro sporco, trasferito dall'Italia verso banche svizzere. Alla prima udienza solo uno degli imputati ha preferito non presentarsi davanti al giudice. Tra gli accusati, che alla prima udienza si sono dichiarati innocenti, figurano gli ex dirigenti di Enelpower L. G., ex amministratore delegato, e Gabriele Caressa, ex vicepresidente, come pure Antonino Craparotta, ex amministratore delegato di Enel Produzioni.

La vicenda si riallaccia ad un importante caso giudiziario italiano relativo ad un presunto giro colossale di tangenti, scoperto nel 2003 nelle aziende statali della Penisola. Secondo il procuratore federale Pierluigi Pasi, buona parte delle tangenti sono state ripulite attraverso banche svizzere e – in un caso – attraverso una polizza di assicurazione di vita.

Da parte italiana, nell'agosto 2007 la procura di Milano aveva chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 61 persone e 24 società indagate per presunte tangenti, che sarebbero state versate a funzionari di Enelpower e Enipower da parte di società interessate ad aggiudicarsi gare di appalto nel settore dell'energia.

Dalla “retrocessione illecita”…

I reati ritenuti in Italia vanno da associazione a delinquere a corruzione aggravata, appropriazione indebita, riciclaggio, ricettazione, falso in bilancio, emissione di fatture false. I fatti contestati dalla Procura milanese risalgono dagli anni '90 fino ai primi anni del 2000.

Tra le società implicate nei casi di corruzione, ad esempio tramite fatture gonfiate e “retrocessione illecita”, c’era la società tedesca Siemens AG, che pagava mazzette di 6 milioni di euro per aggiudicarsi la fornitura di turbine a gas e lavori di manutenzione.

Il caso Siemens AG viene menzionato anche nel atto d’accusa del Ministero pubblico della Confederazione. Si parla pure di commissioni in Albania, Brasile, Arabia Saudita, Bolivia, Messico e Paraguay con “retrocessione illecita”.

….al riciclaggio di soldi in Svizzera

I guadagni illegali che venivano da questi giri di mazzette sarebbero poi stati riciclati in banche del Principato di Monaco e in Svizzera. Nel procedimento svizzero si parla in effetti esclusivamente del reato di riciclaggio di soldi visto che il reato a monte (corruzione) è stato commesso in Italia.

Gli imputati italiani, tra i quali vi sono due donne, sono tutti domiciliati in Lombardia (Enelpower ha sede a Milano). A loro viene rimproverato di aver dissimulato grosse somme di denaro sporco, per un totale di più di 20 milioni di franchi.

In più il Ministero pubblico rimprovera a tutti e sei gli imputati italiani di aver agito come membro di una banda “facendo mestiere del riciclaggio.” Usavano banche con sede a Lugano e Chiasso, in particolare il Credit Suisse.

Enel parte civile

Le società Enel di Roma (Ente nazionale per l'energia elettrica), Enel Produzione (Roma) e Enelpower (Milano) si sono costituite parte civile nel processo. Vengono patrocinate in Svizzera dal noto avvocato luganese Paolo Bernasconi.

“È un classico caso di criminalità economica”, dice Bernasconi a swissinfo. E precisa, che grazie ad una sentenza del Tribunale federale di Losanna, il reato di riciclaggio può essere giudicato anche se il reato a monte (corruzione) non è ancora stato giudicato in Italia.

“Ma le banche in Ticino non dovevano sapere della provenienza illecita dei soldi?”, chiediamo a Bernasconi, che ha alle spalle una grande esperienza nei procedimenti penali anti-riciclaggio. “La domanda è più che legittima, ma davanti a clienti che provengono da ditte statali come Enel probabilmente i controlli non erano sufficienti”.

Gerhard Lob, Bellinzona, swissinfo.ch

Processi Enelpower

Italia: La richiesta di rinvio a giudizio emanata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano risale al 27 luglio/1 agosto 2007. Il processo a Milano è iniziato con una prima udienza in gennaio e una seconda in febbraio. Il dibattimento dovrebbe proseguire nel corso del mese di marzo.

Svizzera: Il procedimento davanti al Tribunale penale federale inizia lunedì 22 febbraio e durerà al massimo 11 giorni fino al 12 marzo (un giorno di riserva incluso). La corte è formata da tre giudici. La data per la lettura della sentenza non è ancora nota.

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Riciclaggio di denaro

Nel procedimento davanti al Tribunale penale della Confederazione a Bellinzona si parla di un solo reato che viene rimproverato ai sette imputati: riciclaggio di denaro. alla prima udienza si sono rpesentati tutti gli imputati tranne uno. Gli imputati si sono dichiarati innocenti.

Questo reato in Svizzera è regolato dall'articolo 305 bis del Codice penale che recita:

1. Chiunque compie un atto suscettibile di vanificare l’accertamento dell’origine, il ritrovamento o la confisca di valori patrimoniali sapendo o dovendo presumere che provengono da un crimine, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria.

2. Nei casi gravi, la pena è una pena detentiva sino a cinque anni o una pena pecuniaria. Con la pena detentiva è cumulata una pena pecuniaria sino a 500 aliquote giornaliere.

3. L’autore è punibile anche se l’atto principale è stato commesso all’estero, purché costituisca reato anche nel luogo in cui è stato compiuto.

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