Legge sul clima plebiscitata dalla diaspora elvetica
Il sostegno di svizzere e svizzeri residenti all'estero ai tre temi in votazione il 18 giugno è stato molto più marcato rispetto ai "sì" espressi all'interno della Confederazione, soprattutto per ciò che riguarda la legge sul clima.
Come hanno votato gli svizzeri e le svizzere all’estero il 18 giugno? L’analisi di questo dato è sempre soggetta a una limitazione: solo dodici Cantoni svizzeri forniscono informazioni sul voto della diaspora. Si tratta comunque del 70% dell’elettorato residente all’estero.
L’approvazione della legge sul cambiamento climatico da parte di svizzere e svizzeri all’estero è stata estremamente chiara: 76,8%, ovvero 17,7% in più rispetto al già chiaro “sì” emerso dalle urne.
Si tratta di una differenza estrema. Normalmente la variazione resta al di sotto del 10%.
Il sì all’ecologia, una norma per la diaspora
Questo comportamento di voto, tuttavia, corrisponde a quanto più volte dimostrato dalla diaspora svizzera sulle questioni climatiche e ambientali. La legge sul CO2, respinta di stretta misura dall’elettorato svizzero nel giugno 2021, era stata approvata da oltre il 72% degli svizzeri e delle svizzere all’estero.
Altre questioni ambientali, come l’iniziativa “Per una Svizzera senza pesticidi” o “Per l’acqua potabile” erano state chiaramente respinte in patria, ma altrettanto chiaramente approvate dalla Quinta Svizzera.
Questo fenomeno è emerso anche durante le elezioni federali del 2019: “Se fosse stata solo la diaspora svizzera a votare per le elezioni del Consiglio nazionale del 2019, i Verdi sarebbero stati il partito più forte”, scrive l’analista politico Claude Longchamp in un’analisi per SWI swissinfo.ch.
Fiducia nel Governo
Una delle ragioni addotte è l’alta percentuale di cittadine e cittadini svizzeri residenti all’estero con un’istruzione superiore, un elettorato che tende a votare in modo più progressista su questioni ambientali e sociali.
Un’altra caratteristica che politologi e politologhe individuano nell’elettorato della Quinta Svizzera si nota nella votazione sul progetto dell’OCSE per la tassazione minima delle multinazionali. Svizzere e svizzeri all’estero tendono ad avere più fiducia nel Governo rispetto a chi vota in patria.
La diaspora ha approvato questa riforma costituzionale con una maggioranza schiacciante dell’85,9%. Si tratta di 7,4 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Il Consiglio federale, il Parlamento e i Cantoni hanno votato all’unisono a favore del progetto. Solo il Partito socialista (PS), alcuni sindacati e alcune ONG si sono opposti.
Zero punti per il PS
È qui che le cose si fanno interessanti. L’elettorato della Quinta Svizzera tende generalmente a votare a sinistra. Ma questo aspetto sembra non aver avuto nessuna influenza il 18 giugno.
Nelle elezioni federali legislative del 2015 e del 2011, il Partito socialista (PS) è stata la formazione politica più votata dagli svizzeri e dalle svizzere all’estero, sostituita poi dai Verdi nel 2019. “Se si osserva il comportamento di voto, si può notare che [quello di svizzere e svizzeri all’estero] non è un classico profilo di sinistra”, ha dichiarato di recente a SWI swissinfo.ch il politologo Michael Hermann. Quando si tratta di questioni sociali o ambientali, l’elettorato residente all’estero vota in base ai propri valori.
Questa volta, quindi, la diaspora non ha seguito il PS, ma il Governo. Ciò conferma l’analisi del co-presidente del PS, Cédric Wermuth, dopo la pesante sconfitta del suo partito su questo progetto: “La base del partito era di fronte a un dilemma”. Il “no” del PS a un progetto di cui abbracciava l’essenza era troppo difficile da spiegare all’elettorato, e senza dubbio ancora di più all’estero.
Legge Covid-19, un voto fotocopia
La differenza è altrettanto evidente quando si tratta del terzo tema in votazione, la revisione della legge Covid-19. Il “sì” della diaspora è stato superiore di 6,8 punti percentuali rispetto alla media nazionale, rientrando così nell’intervallo tradizionale.
Anche in questo caso ritroviamo l’aspetto legato alla fiducia nelle autorità. In ultima analisi, il voto di domenica è stato quasi una fotocopia del voto sulla legge Covid nel novembre 2021. In due anni, l’elettorato nazionale si è spostato solo di 0,1 punti percentuali e quello estero di 0,5 punti percentuali.
Nonostante la ripresa delle prove di voto elettronico in tre Cantoni questa domenica, l’affluenza degli svizzeri e delle svizzere all’estero (23%) rientra nell’intervallo abituale (tra il 20% e il 25%). Tuttavia, va notato che l’affluenza a livello nazionale è stata più bassa del solito (42%).
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