
Newsletter della democrazia, maggio 2022
Care amiche e cari amici della democrazia,
È successo tutto in un giorno di sole! I 193 Stati membri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) sembra abbiano improvvisamente preso coscienza della loro responsabilità nei confronti del mondo. Qualche giorno fa, nella sede dell’organizzazione, hanno approvato all’unanimità (ripeto: all’unanimità!) una risoluzione che obbligherà in futuro i cinque membri permanenti del potente Consiglio di sicurezza a giustificare davanti all’Assemblea i loro veti, per mezzo dei quali possono bloccare le risoluzioni e decisioni del Consiglio.
È un primo passo, anche se piccolo, verso un’ONU più democratica. Un passo preparato da anni da piccoli Stati membri come il Liechtenstein, che aveva introdotto la cosiddetta iniziativa sul veto, e dalla Svizzera. Ora, durante la guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina, una violazione del diritto internazionale, questa impressionante unità rappresenta un raro barlume di speranza democratica.
A dare speranza è anche la crescente volontà dimostrata da alcuni Stati di ascoltare il proprio popolo in ambito di politica estera – un impegno che si pone agli antipodi di ciò che sta facendo il presidente russo, iniziatore di una brutale guerra all’estero e promotore di una politica interna repressiva.
State leggendo la seconda newsletter sulla democrazia in dieci lingue. Dopo il “focus” sulla neutralità di aprile, la cui relativa discussione è ancora aperta ai vostri commenti, questa volta parliamo di democrazia nella politica mondiale. Più precisamente, facciamo luce sull’opportunità per la Svizzera, piccolo Stato democratico, di partecipare alla politica mondiale come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, a New York.
Due decenni dopo l’adesione alle Nazioni Unite, il seggio è quasi scontato per la Confederazione. Tuttavia, la candidatura è controversa, come ha dimostrato una recente sessione straordinaria del Parlamento elvetico.
Vi invito nuovamente, cari lettori e care lettrici di swissinfo.ch, a partecipare ai nostri dibattiti sulla democrazia in dieci lingue o a scrivermi direttamente. Non vedo l’ora di leggere i vostri commenti!
I miei più cordiali saluti,
Bruno Kaufmann
Corrispondente sulla democrazia a livello internazionale e coordinatore della rubrica dedicata alla democrazia di SWI swissinfo.ch.

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