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Far riscoprire ai giovani il gusto delle scienze esatte

A volte la prospettiva di un lavoro ben retribuito, per esempio in una banca, ha la meglio sull'interesse per gli esperimenti scientifici Keystone

Per non perdere il confronto con il resto del mondo, la Svizzera deve potenziare l'insegnamento delle discipline tecniche e delle scienze naturali.

Il decrescente interesse dei giovani svizzeri per matematica, fisica, biologia e scienze affini desta preoccupazione. Per invertire la tendenza è stata lanciata l’iniziativa NaTech Education.

La Svizzera deve rimboccarsi le maniche per rafforzare l’insegnamento delle scienze naturali e delle materie tecniche se vuole restare competitiva a livello internazionale. Un comitato composto di oltre 50 personalità di tutta la Confederazione ha perciò elaborato un piano d’azione per promuovere queste discipline nei programmi di studio.

Denominata «NaTech Education», l’iniziativa è patrocinata da personalità del mondo scientifico, educativo, economico e politico. Oltre ai consiglieri federali Pascal Couchepin – ministro dell’educazione – e Doris Leuthard – ministra dell’economia – fra i membri del comitato figurano i capi dei Dipartimenti dell’educazione della Svizzera italiana: Gabriele Gendotti per il canton Ticicino e Claudio Lardi per il canton Grigioni.

Tendenza nefasta

Quello del disinteresse per matematica, fisica, biologia e altre scienze è «un problema centrale del nostro sistema educativo, che non può più essere occultato», ha sottolineato Dieter Imboden, presidente del Consiglio di ricerca del Fondo nazionale svizzero (FNS).

Una parte di responsabilità sarebbe da addebitare ai licei, che non preparerebbero e non informerebbero a sufficienza i giovani. La situazione – ha detto Dieter Imboden – è allarmante. Non a caso, alcune università starebbero pensando di introdurre un esame di ammissione anche per i detentori di maturità, titolo di studio che finora, salvo rare eccezioni, apriva le porte di tutte le facoltà universitarie.

Imboden ha definito «nefasta» la tendenza a focalizzare l’insegnamento sulle scienze umane e sociali a scapito delle discipline tecniche. Un parere ampiamente condiviso dalla presidente della Commissione della scienza e dell’educazione del Consiglio nazionale (camera bassa del parlamento). Kathy Ricklin ha fatto notare come i Paesi emergenti dell’Asia, che rappresentano una forte concorrenza per le economie occidentali, puntino molto su queste discipline. In Svizzera, invece, i giovani se ne disinteressano sempre di più.

Ripartire dalle scuole dell’obbligo

Secondo il comitato patrocinatore, il numero di studenti che seguono una formazione tecnico scientifica cala di pari passo con la decrescente importanza attribuita a queste materie nella scuola obbligatoria. Una tendenza che si vuole invertire con il piano «NaTech Education».

I provvedimenti previsti riguardano in primo luogo la formazione di base e permanente dei docenti, come pure lo sviluppo di metodi e materiali didattici che favoriscano la comprensione di queste discipline.

L’insegnamento deve essere adattato ai diversi livelli, dalle elementari fino alle scuole superiori, ha precisato il vicepresidente dell’Accademia svizzera delle scienze tecniche (SATW) Fulvio Caccia.

Tre cantoni – Vallese, Argovia e Lucerna – hanno già approvato lo sviluppo delle scienze naturali e tecniche nei programmi d’insegnamento. In questi cantoni dal 2007 gli studenti delle Alte scuole pedagogiche – preposte alla formazione degli insegnanti – saranno obbligati a seguire delle settimane di corsi tecnici.

È inoltre stato preparato il progetto «Explore it» destinato all’insegnamento nelle scuole elementari vallesane e argoviesi. I promotori dell’iniziativa puntano sull’estensione agli altri cantoni.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, i diplomi superiori in scienze esatte e naturali sono il 27%.
La Confederazione ha un tasso più alto di Unione europea (22%) e Stati uniti (16%).
Francia e Germania si piazzano davanti alla Svizzera, ma solo grazie ad un notevole interesse per la biologia.

Il numero d’iscritti alle università svizzere è cresciuto fortemente negli ultimi anni. Ma si tratta di una crescita che ha interessato poco o nulla le scienze esatte e naturali, che hanno registrato un modesto +3%.

Il fenomeno riguarda tutti i paesi occidentali, soprattutto per quanto riguarda lo studio della matematica e della fisica, e non solo la Svizzera.

Tra gli argomenti addotti a spiegazione di questa tendenza, ci sono lo scarso interesse delle donne per queste discipline e un aumento del favore riscontrato presso i giovani dal settore terziario.

Le università svizzere hanno inoltre criticato a più riprese i programmi di maturità, rivisti l’ultima volta nel 1998.

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