
In crescita l’Università della Svizzera Italiana

L'Università della Svizzera italiana (Usi) entra nel suo sesto anno di vita e dopo una fase di assestamento punta su nuovi progetti di crescita.
Ad inaugurare per prima il nuovo anno accademico 2001-2002 è stata l’Accademia di architettura di Mendrisio che nel luglio prossimo consegnerà anche i primi diplomi. E l’Usi tra non molto potrebbe arricchirsi di un altro polo accademico con l’istituzione dell’Alta scuola di pedagogica.
A Mendrisio l’apertura del nuovo anno è coincisa con il passaggio della direzione dall’architetto Aurelio Galfetti, uno dei padri assieme a Mario Botta della facoltà, al neo direttore Kurt Forster.
E per l’Accedemia si apre un’altra fase di sviluppo che prevede: il potenziamento strutturale con l’acquisizione di un nuovo edificio che ospiterà atelier e uffici per i docenti; la ridefinizione del piano di studi: l’introduzione del master e del dottorato in storia e critica dell’architettura; nuovi seminari e workshop; più collaborazione con le altre università e il riconoscimento dei diplomi da parte del Politecnico di Milano.
Il prossimo 10 novembre si aprirà, invece, ufficialmente l’anno accademico per le facoltà luganesi di Economia e Scienze della comunicazione che disporranno di una nuova aula polivalente e di un laboratorio che saranno inaugurati tra qualche settimana, mentre per il 2002 dovrebbe essere anche operativa una grande biblioteca.
L’Usi l’anno scorso contava su 1.500 studenti, con una media di 100 nuovi iscritti all’anno. Il 2001 dovrebbe confermare questo trend anche per quel che riguarda la composizione degli studenti, oltre ai ticinesi, un quarto degli iscritti arriva dalla Svizzera interna e un altro quarto circa dall’Italia.
Ma la novità principale per l’Usi potrebbe essere la nascita dell’Alta Scuola di pedagogia che sostituirà la Scuola Magistrale di Locarno e l’Istituto cantonale di abilitazione e aggiornamento dei docenti. Il progetto è attualmente all’esame della speciale Commissione scolastica del Gran Consiglio. Se approvata dal Parlamento cantonale ticinese, l’Alta Scuola di pedagogia potrebbe configurarsi a tutti gli effetti come il terzo polo accademico dell’Università della Svizzera italiana.
Libero D’Agostino.

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