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L’Uni di Zurigo avrà bisogno di 160 nuovi professori entro il 2004

La biblioteca dell'Università Zurigo-Irchel Keystone

Ricambio generazionale all'Università di Zurigo: entro il 2004 un centinaio di professori, un quarto del totale, saranno pensionati e dovranno essere rimpiazzati. Per la più grande università svizzera la ricerca si preannuncia difficile e costosa.

L’alto numero di partenze è una conseguenza dell’espansione che l’Uni zurighese ha vissuto fra gli anni 60 e 70, afferma il rettore dell’ateneo Hans Weder. Anche oggi si assiste ad un aumento degli iscritti. Nelle facoltà di economia, diritto e scienze umane, Weder prevede che bisognerà creare fra 50 e 60 nuove cattedre.

Una situazione che aumenta la concorrenza fra gli atenei: «la ricerca dei migliori professori può essere paragonata al mercato dei calciatori», afferma Thomas Eichenberger, del Politecnico federale di Zurigo. Il rettore dell’Università considera il paragone esagerato, ma ammette che il salario e la qualità del posto di lavoro hanno un ruolo fondamentale nelle scelte dei professori. Per poter rinnovare il corpo insegnanti, l’università avrà bisogno di 10 milioni di franchi annui supplementari per i prossimi quattro anni, secondo il rettore Weder.

Anche il Politecnico dovrà far fronte nei prossimi anni ad un buon numero di partenze fra i professori: tra 20 e 30 all’anno, ossia l’8 per cento del totale.

I responsabili dei due atenei sono comunque concordi sul fatto che la «piazza universitaria» zurighese continua ad avere buone carte da giocare. «Di regola riusciamo ad avere gli scienziati che vogliamo», afferma il rettore dell’Uni. Anche l’attrattiva di Zurigo come luogo per vivere e lavorare ha la sua importanza.

Altro fattore rilevante: la collaborazione con il settore privato. Soprattutto nel campo dell’ingegneria, vengono privilegiate le cattedre con i progetti di ricerca più avanzati. Uno standard che, secondo Eichenberger, può essere garantito grazie alla collaborazione con le società private.

Il problema di Zurigo tocca anche le altre università. In Svizzera si calcola che il 40 per cento dei professori universitari andrà in pensione nel giro di cinque anni. E anche nel resto dell’Europa la generazione di professori nominati alla fine degli anni 60 si prepara al «meritato riposo».

In Svizzera l’evoluzione era già stata prevista una decina di anni fa, quando la Confederazione ha lanciato un programma d’incitamento per assicurare la continuità dell’insegnamento universitario.

Il Fondo nazionale per la ricerca scientifica (FNS) ha promosso quest’anno un nuovo programma, offrendo borse di ricerca di quattro anni per i giovani che puntano ad una carriera accademica. Il programma, per un costo di 101 milioni di franchi per il periodo 2000-2004, dovrebbe favorire la formazione di 150 futuri professori. Una cifra insufficiente per assicurare il ricambio, secondo Ines de la Cuadra, responsabile del programma del FNS, secondo la quale sarà altrettanto importante riuscire a far ritornare in Svizzera i ricercatori emigrati all’estero.

swissinfo e agenzie

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