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Occhio ai giovani: l’esame pedagogico delle reclute si trasforma in un’inchiesta sulla gioventù

Le risposte delle sole reclute non bastano a rendere conto della realtà giovanile in Svizzera Keystone

Per 150 anni la Svizzera si è fatta un quadro della sua gioventù sottoponendo le reclute ad un esame pedagogico. Ora si volta pagina: la nuova «Inchiesta federale tra i giovani e le reclute (ch-x)» includerà anche le ragazze e i giovani stranieri.

Sarà così esaminato un campione rappresentativo di 2000 giovani ventenni, ha fatto sapere venerdì in una conferenza stampa l’esperto Kurt Haltiner, presentando la novità. Ciò permetterà di correggere alcuni limiti degli esami tradizionali, i quali, appunto, non consideravano nè le donne né tantomeno gli stranieri, e non potevano in tal modo offrire un quadro esauriente del mondo giovanile in Svizzera.

In realtà il nuovo sistema di rilevamento ha già preso avvio nel 1998, incentrato su due termini; la nazione e il mondo. I risultati scientifici saranno pubblicati prossimamente. Sarà inoltre cercata la collaborazione con due programmi dell’OCSE che procedono ad analisi comparate su scala internazionale.

Eccetto un’interruzione tra il 1914 e il 1941 i soldati svizzeri si sono confrontati con gli Esami pedagogici delle reclute, fin alla fondazione dello Stato federale (1848). La loro istituzione era in linea con il principio liberale dell’istruzione obbligatoria per tutti, sancito dalla costituzione, e con il federalismo in materia di istruzione. Molti catoni sfruttavano la loro sovranità militare per verificare le conoscenze scolastiche elementari dei ventenni abili al servizio, come la lettura, la scrittura e il calcolo.

Poi, con la centralizzazione dell’esercito nel 1874, la Confederazione assunse il controllo anche degli esami. L’art. 27 della costituzione obbligava i cantoni a dare una «istruzione primaria sufficiente» ai giovani e Berna poteva così verificare se tale obbligo veniva messo in atto. I giovani la cui istruzione risultava insufficinete dovevano frequentare corsi di recupero durante la scuola reclute. Finì con lo scatenarsi una sorta di gara tra i cantoni per presentare i militi meglio istruiti, ha rilevato il consigliere di Stato sciaffusano Hans-Peter Lenherr.

Con la riforma introdotta nel 1974, gli esami furono trasformati in sondaggi, anonimi, compiuti ogni anno su temi diversi. Erano svolti nella caserme da 200 esperti – dapprima uomini, poi sempre più spesso donne – provenienti in genere da professioni legate all’insegnamento. Le domande rivolte alle reclute andavano dal comportamento sanitario alle conoscenze scolastiche, dall’istruzione in materia di politica alla qualità di vita. E’ stato così possibile avere negli ultimi 25 anni un quadro sociologico della gioventù svizzera.

Oggi però a livello nazionale e internazionale si stanno sviluppando sistemi a lunga osservazione, i cosiddetti «indicatori sociali», che si affiancano ai monitoraggi. Le indagini avvengono su giovani che si trovano in un’età di passaggio, quindi in una fase in cui vengono operate scelte di vita importanti. Conoscere quali sono le loro aspettative per il futuro è molto importante in un’epoca di rapidi mutamenti, ma gli esami fin qui condotti presentavano qualche lacuna.

Nel campione di gioventù esaminato non vi erano donne – una scelta «oggi non più giustificabile» – e quindi i risultati non potevano essere generalizzati. Inoltre da parecchio tempo solo 7 ventenni su 10 assolvono la scuola reclute. «ch-x» dovrà essere invece uno strumento generale al servizio della politica giovanile e dell’educazione, ha aggiunto Hans-Peter Lenherr. Le future indagini saranno ripetute con lo stesso questionario a diversi anni di intervallo, proprio per verificare i mutamenti intervenuti nel frattempo e valutare le tendenze.

Esse saranno condotte da due istituti zurighesi: l’Istituto di ricerca in materia di sviluppo e di qualità scolastiche, e l’Istituto di medicina sociale e preventiva, sotto il patrocinio del Dipartimento federale della difesa. Si pensa anche ad una collaborazione con i direttori cantonali della pubblica istruzione e altri enti.

swissinfo e agenzie

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