Egitto: a 2 anni da caduta Mubarak assedio a palazzo Morsi
(Keystone-ATS) A migliaia sono nuovamente scesi in piazza in Egitto, soprattutto al Cairo, per invocare, nel secondo anniversario della caduta dell’ex rais Hosni Mubarak, la fine del regime dei Fratelli musulmani.
Gruppi di manifestanti, col volto coperto, hanno detto i testimoni, hanno bloccato per qualche ora la stazione della metropolitana di piazza Tahrir e una delle sopraelevate nel centro del Cairo. Da ieri, nell’ambito di queste iniziative di disobbedienza civile, è impedito l’accesso al grande complesso di uffici pubblici del Mogamma, anch’esso sulla nevralgica piazza Tahrir. E in serata sono cominciati i tafferugli davanti al palazzo presidenziale.
Quattro cortei sono sfilati per il centro del Cairo per concentrarsi nel luogo simbolo della rivoluzione che ha posto fine al regime trentennale di Mubarak, piazza Tahrir e nel nuovo simbolo della rivolta contro il presidente Mohamed Morsi e la Confraternita, il palazzo presidenziale di Ittahadeya nell’elegante quartiere di Heliopolis.
I cortei concludono un periodo convulso e molto simbolico per l’Egitto, che si è aperto con la commemorazione del secondo anniversario dell’inizio della rivoluzione il 25 gennaio, passando per il 26 gennaio, quando la corte d’assise ha condannato a morte 21 imputati per le violenze nello stadio di port Said. Una sentenza che ha incendiato una situazione già tesa e scatenato scontri violenti e sanguinosi nelle città lungo il canale di Suez e al Cairo, provocando oltre 60 morti.
“Non taceremo mai, non ci piegheremo. No al premier Hisham Qanqil, no alla Costituzione dei Fratelli musulmani, abbasso il regime della guida (della Fratellanza) e abbasso il regime”, sono gli slogan gridati dai manifestanti nei loro cortei oltre a quello urlato senza sosta nei giorni che portarono alla caduta di Mubarak: “Fuori, Fuori”.