Bruxelles vuole autovetture che emettono meno CO2

Nonostante forti divisioni, mercoledì la Commissione europea ha approvato il regolamento sulla riduzione delle emissioni di C02 nelle nuove autovetture.
Le nuove misure interessano anche la Svizzera: il parlamento ha infatti inoltrato una mozione al governo che chiede di applicare le norme europee sul territorio elvetico.
La Commissione europea ha varato mercoledì una proposta di direttiva per ridurre le emissioni di C02 su tutte le nuove autovetture fabbricate o messe in circolazione in Europa.
Le emissioni del gas responsabile del surriscaldamento del pianeta dovrebbero passare dagli attuali 160 grammi al chilometro a 130 grammi entro il 2012. Altri dieci grammi di riduzione dovranno arrivare prevedendo l’uso di pneumatici particolari, climatizzatori migliori e altri accorgimenti tecnici.
Un valore di 130 grammi corrisponde ad un consumo di 5,5 litri di benzina per 100 chilometri, contro la media attuale di 6,7 litri che si registra nell’Unione euorpea. In Svizzera il consumo medio di benzina delle automobili in circolazione è ancora superiore a quello dei Ventisette: raggiunge infatti 7,6 litri ogni 100 chilometri.
Misure obbligatorie
Per raggiungere questi obbiettivi, Bruxelles si basa su una strategia che prende in considerazione le emissioni e il peso delle autovetture: più pesante è il veicolo e maggiori sforzi dovranno essere fatti per ridurre l’inquinamento.
Le misure dovrebbero comportare un aumento dei prezzi delle auto pari a 1300 euro in media a veicolo. La Commissione sottolinea che ci sarà un recupero di questa maggiorazione nel risparmio di carburante.
Gli obiettivi, secondo quanto previsto dalla proposta, non potranno essere realizzati su base volontaria, ma saranno obbligatori e accompagnati da dure sanzioni, benché progressive, in caso di sforamento dei limiti di emissione.
Reazioni e critiche
“Questa regolamentazione dimostra che l’Unione europea rimane all’avanguardia per quanto concerne gli sforzi compiuti allo scopo di ridurre le emissioni di CO2”, ha affermato da parte sua il presidente della commissione europea José Manuel Barroso.
Reazioni negative sono giunte dalle autorità tedesche, secondo le quali la Commissione europea persegue una politica industriale che va a detrimento della Germania. Le case automobilistiche tedesche sono infatti le maggiori produttrici di automobili pesanti, le più toccate dalle nuove norme europee.
Molto dura anche la reazione del presidente dei costruttori automobilistici europei, Sergio Marchionne. A detta dell’amministratore delegato della Fiat, la proposta approvata da Bruxelles comporterebbe “costi sproporzionati rispetto ai guadagni sul fronte ambientale”.
Svizzera interessata
La strategia europea di lotta alle emissioni di CO2 viene seguita con interesse anche in Svizzera. “Le proposte di Bruxelles vanno nella giusta direzione”, ha dichiarato Pascal Predivoli, responsabile della divisione energia dell’UFE.
Nel marzo scorso, la Camera del popolo aveva inoltrato una mozione al governo, chiedendo di applicare le misure europee anche sul territorio elvetico. Ad inizio ottobre, la Camera alta aveva accettato senza discussioni la mozione del Consiglio nazionale.
Un adeguamento da parte elvetica potrebbe però rivelarsi difficile. Secondo uno studio dell’Ufficio federale dell’energia (UFE), le emissioni di C02 delle nuove autovetture ammontavano nel 2004 a 192 grammi al chilometro, un valore chiaramente al di sopra della media degli allora 15 Stati dell’UE.
swissinfo e agenzie
Le emissioni di CO2 delle automobili in circolazione in Svizzera sono tra le più elevate di tutti i paesi europei.
Secondo uno studio dell’Ufficio federale dell’energia (UFE), le emissioni delle nuove autovetture ammontavano nel 2004 a 192 grammi al chilometro, un valore nettamente più alto della media degli allora 15 Stati dell’UE.
Solo in Svezia si sono registrati dati superiori (196 grammi). In Germania i grammi erano 174, in Austria 161, in Francia 152 e in Italia 149.
Secondo un sondaggio pubblicato mercoledì dal Politecnico federale di Zurigo, il surriscaldamento climatico è fonte di grande preoccupazione per quattro svizzeri su cinque. Nel 1994 soltanto una persona su due era di questo parere.
I problemi ambientali assillano il 79% degli svizzeri ed occupano il terzo posto sulla scala delle principali preoccupazioni, dietro al finanziamento dell’AVS (88%) e ai costi della sanità (88%).
Il sondaggio conferma inoltre una costatazione già fatta nel 1994, ossia che le donne sono più sensibili ai problemi dell’ambiente degli uomini. Non vi è invece più una chiara divisione tra le varie regioni culturali e linguistiche svizzere: rischi ecologici sono ormai considerati ovunque come un grande pericolo.
Il sondaggio è stato realizzato fra il novembre del 2006 e il marzo 2007 su un campione rappresentativo di 3369 economie domestiche ripartite nelle tre principali regioni linguistiche.

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