L’Italia in ritardo per il traffico intermodale sul Lötschberg

La ristrutturazione delle gallerie ferroviarie sull'asse Lötschberg-Sempione, che dovrebbe permettere il trasferimento su rotaia dei camion di 40 tonnellate, è in ritardo. Lo ha reso noto il direttore dell'Ufficio federale dei trasporti Max Friedli.
Intervistato mercoledì sera dalla TV svizzero tedesca, il capo dell’Ufficio federale dei trasporti ha puntato il dito sull’Italia per i ritardi accumulati e rinviato almeno di sei mesi l’inizio del traffico intermodale sull’asse Lötschberg-Sempione.
La cosiddetta «autostrada viaggiante» era stata dieci anni fa la risposta svizzera all’esigenza europea di via libera sul territorio della Confederazione per gli autocarri da 40 tonnellate. Attualmente tuttavia solo i camion più piccoli possono essere dirottati sui treni.
Lo scorso luglio, Friedli aveva annunciato la probabile fine dei lavori di ristrutturazione per il primo gennaio di quest’anno, data a partire dalla quale 65.000 camion avrebbero potuto a suo avviso attraversare il paese sull’asse nord-sud via Lötschberg-Sempione, senza toccare l’asfalto.
Ma i lavori sono in ritardo sul versante italiano, come ha dichiarato mercoledì sera Friedli interpellato dalla rubrica informativa «10 vor 10», aggiungendo che gli innumerevoli interventi da parte svizzera, anche a livello di Consiglio federale, non hanno avuto l’esito sperato. I lavori presentano difficoltà geologiche obiettive, ha ammesso Friedli. È però anche una questione di buona volontà, ha lasciato intendere: l’influenza della Svizzera sull’Italia è limitata.
Gianluigi De Carlo, delle Ferrovie dello Stato italiane, ha invocato a scusante le alluvioni dello scorso autunno a sud del Sempione. «I cantieri hanno dovuto essere chiusi ed i lavori già effettuati hanno subito notevoli danni», ha dichiarato a «10 vor 10». De Carlo, il quale ha poi preannunciato la data del 10 giugno per la fine dell’opera.
Tuttavia, anche senza intemperie, i lavori non avrebbero potuto essere conclusi per l’inizio di quest’anno. «Gli italiani avevano in precedenza chiesto di prorogare il termine al mese di marzo», ha fatto sapere Friedli, che intende ora inviare specialisti sul posto. In attesa delle loro valutazioni, il capo dell’Ufficio federale dei trasporti spera che il fatidico trasferimento possa avvenire a cominciare dall’estate prossima.
swissinfo e agenzie

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