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Mobilità è anche educazione

Vedere la mobilità con altri occhi attraverso l'educazione dei giovani e degli adulti swissinfo.ch

Tutte le strade portano a Mendrisio, al convegno internazionale sulla mobilità sostenibile e l’insegnamento.

Esperti svizzeri ed europei hanno sottolineato l’importanza del ruolo degli enti pubblici, degli insegnanti e dei genitori.

Sì, perché educazione, formazione, informazione e sensibilizzazione costituiscono il punto di partenza per una maggiore consapevolezza nel campo della tutela dell’ambiente.

Confrontati con tassi di inquinamento preoccupanti, la mobilità sostenibile non è più solo una realtà, ma è anche una necessità. “La mobilità – ricorda la deputata ticinese Monica Duca Widmer, moderatrice del convegno – ha caratterizzato in modo positivo la qualità della vita”.

“Ma oggi se continuerà a crescere senza modifiche – aggiunge – raggiungerà a breve limiti oltre i quali difficilmente le conseguenze negative potranno essere sopportabili, sia per l’ambiente, sia per l’economia e la società”.

Cominciare da piccoli

Organizzato dal Progetto cantonale VEL2 (attivo nella promozione dei veicoli efficienti su tutto il territorio cantonale), il convegno “Mendrisio MobiliTI” ha voluto espressamente soffermarsi su uno dei nodi cruciali del traffico: il tragitto casa-scuola.

“Se consideriamo che il comportamento ‘mobile’ degli adulti può essere influenzato solo difficilmente – sottolinea Roberto De Tommasi, specialista nel campo del ‘Mobility Management’ e co-titolare dello studio di Zurigo ‘synergo’ – è importante puntare sui bambini”.

La loro mobilità, infatti, “da un lato è ancora poco improntata alla routine e dall’altro è caratterizzata da una mancanza di possibilità di scelta”. Tramite, per esempio, programmi di insegnamento mirati, occorre pertanto non solo sensibilizzare, ma offrire anche valide soluzioni alternative.

Il tragitto casa-scuola

“L’educazione alla mobilità sostenibile delle nuove generazioni – afferma Raffaele Domeniconi, direttore del Progetto VEL2 – è fondamentale”. Tanto da essere al centro di un nuovo progetto didattico interdisciplinare, destinato alle classi di IV media: “A Scuola di mobilità”.

“Voluto dal Progetto VEL2 – spiega Domeniconi – è attuato con la collaborazione del Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS). Per ora nella fase sperimentale, a partire dall’anno scolastico 2005/2006 questo programma potrà essere seguito dalle varie sedi scolastiche del Cantone”.

Gli obiettivi sono: la comprensione dei limiti e dei problemi della mobilità, la scelta consapevole del modo e del mezzo più adatto per muoversi, la stimolazione di dinamiche di gruppo e di ragionamenti individuali. Perché si può andare a scuola anche senza l’auto di mamma o papà.

“Babbo&MammaBus”

Una mobilità più responsabile ed efficiente è certamente possibile. Gli esempi illustrati in due realtà italiane – Pistoia e Pesaro – sono assai eloquenti. “A Pistoia – spiega Lorenzo Vannacci, esperto di trasporti – per il trasporto scolastico sono stati progettati due servizi”.

Il primo si chiama “Babbo&MammaBus”, il secondo è la navetta “Scuola&Bus dedicata alle scuole del centro. “Il cosiddetto ‘carpooling’ prevede che un genitore accompagni a scuola con la propria auto non solo il figlio, ma anche altri compagni di scuola”.

Lo scopo dell’iniziativa, che a Pistoia funziona, è di incoraggiare i genitori ad accordarsi fra di loro. “Un’azione spontanea – commenta Vannacci – con un grande valore civico: meno auto, meno congestione, meno inquinamento”.

A Pesaro il progetto “A scuola da soli”, che favorisce non solo l’autonomia dei bambini ma anche la mobilità, ha raggiunto risultati lusinghieri. Dopo quattro anni dall’avvio del progetto, risultano coinvolte 8 classi elementari e 1’400 bambini di età compresa dai 6 ai 10 anni.

Informare e coinvolgere

In entrambi i casi è stato posto l’accento sulla comunicazione come strumento di coinvolgimento.

Perché non basta fare partire un’iniziativa, occorre rinnovarla e rilanciarla proponendo nuove attività didattiche che coinvolgono le scuole e i bambini. E che destino sempre interesse.

Per trasformare la cultura della mobilità in mobilità sostenibile, occorre infatti rimanere propositivi. E non solo con i giovani. Il convegno ha quindi dato spazio anche alla formazione degli adulti, illustrando diversi progetti europei, come “Portal” e “Trump”.

Il primo, a cui prendono parte associati di 24 nazioni europee, è destinato in modo particolare alle università e alle organizzazioni di alta formazione. Il secondo è un programma di formazione che privilegia la diffusione del sapere e delle conoscenze.

Ricerca e saperi sono alla base della conoscenza e pertanto costituiscono un strumento importantissimo nelle nuove politiche della mobilità.

L’educazione degli adulti e dei ragazzi getta inoltre le basi per creare le condizioni favorevoli ad un cambiamento di mentalità. La posta in palio è alta: in gioco c’è la qualità di vita del pianeta e di chi lo abita.

swissinfo, Françoise Gehring, Mendrisio

In Ticino (dati dell’anno scolastico 2004/2005) gli allievi di scuola media sono circa 12 mila, di cui:
6 mila 200 circa vanno a scuola a piedi (51,5% circa)
5 mila 800 sono trasportati secondo la pianificazione del Dipartimento
Nell’anno scolastico 2005/2006 partirà un nuovo progetto didattico

Come muoversi senza inquinare? Come sensibilizzare i giovani? L’educazione, la formazione e l’informazione sono state al centro del terzo convegno internazionale “Mendrisio MobiliTI” dedicato alla mobilità sostenibile.

Alla fine di giugno il Progetto VEL (VEL2 dal 2001) – voluto come progetto pilota nel 1995 dall’Ufficio federale per l’energia – compirà dieci anni.

Un traguardo importante ma, soprattutto, un bottino di competenze qualificate nel campo di un’idea diversa della mobilità.

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