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Un Franco d’Oro per catturare i clienti svizzeri

Saranno i clienti a Ponte Tresa a dire se il "Franco d'Oro" è solo un'operazione di marketing Keystone

1 euro=1 franco. È il cambio che intendono proporre diversi commercianti italiani della zona di frontiera per richiamare la clientela ticinese, in fuga dopo il caro-euro.

Genialata o aria fritta? La proposta piace agli svizzeri, divide gli italiani e richiama i media europei.

La gallina dalle uova d’oro…

…da un paio d’anni le fa di latta. I circa 200 commercianti del piccolo centro italiano a ridosso del confine – 6000 abitanti – hanno fatto affari d’oro per decenni: grazie alla forza del franco sulla vecchia lira migliaia di svizzeri varcavano la frontiera soprattutto durante il fine settimana, invadendo la cittadina per acquisti di ogni genere e facendo di Ponte Tresa una delle città più ricche d’Italia.

Ormai le lunghe colonne di veicoli ticinesi sono un ricordo, confermano a swissinfo i doganieri italiani.

Un euro/un franco, ma non per la benzina

“A partire dal mese di marzo pagando in franchi svizzeri a Ponte Tresa, si potranno avere determinati articoli col cambio di 1 a 1”, ha ufficialmente annunciato Osvaldo Guarneri, ideatore dell’iniziativa.

Proprietario di un mobilificio a Ponte Tresa, sul versante italiano, intende unire tutti i commercianti della cittadina di confine per rilanciare il giro d’affari, frustrato dalla fuga di clienti a Sud delle Alpi dopo il caro-euro e il cambio penalizzante per gli svizzeri.

Il cambio 1 a 1 sarà praticato dai negozi che aderiscono all’iniziativa, su alcune merci contrassegnate da un bollino rappresentante un franco dorato.

Il paniere è da definire singolarmente da ogni proprietario ma saranno probabilmente esclusi beni di largo consumo quali la benzina. Non bisogna essere svizzeri ed esibire un documento di identità, è sufficiente pagare coi franchi, richiamando così anche i lavoratori frontalieri che percepiscono i salari nella valuta svizzera.

“Abbiamo perso tanti clienti svizzeri”: ci hanno così risposto coralmente la gerente di un negozio di articoli da regalo in centro storico; il responsabile di una delle più ricche edicole-librerie d’Italia; il proprietario di un negozio di articoli per animali; una commessa di un grande distributore di alimentari e il proprietario di un negozio d’abbigliamento.

Le cose effettivamente non vanno più bene come prima a Ponte Tresa-Italia: non solo ci sono meno clienti svizzeri ma anche diversi italiani disertano questi negozi per fare la spesa oltre confine.

Scontrini alla mano, a Chiasso, Mendrisio e Lugano i prezzi in franchi non hanno subito quella sorta di rincaro “selvaggio” riscontrato in Italia dall’introduzione della moneta unica.

Come invertire la tendenza?

Con una proposta forte, che richiami in massa la clientela ticinese. Mercoledì 25 febbraio sarà così il D-Day per Guarneri, che fonderà ufficialmente l’Associazione “Centro Commerciale Cielo Aperto”, una sorta di grande bazar che unirà sotto lo stesso cielo, grazie ad uno statuto, diversi commerci.

Nelle intenzioni si vorrebbe fare di Ponte Tresa-Italia luogo d’incontro privilegiato di chi vuole fare acquisti di qualità a prezzo equo.

L’iniziativa 1 euro, 1 franco sarà spinta a colpi di marketing a 360 gradi: volantinaggio, bus organizzati, pubblicità su tutti i media, trovando spazio anche su diversi circuiti radio-televisivi nazionali europei: hanno voluto infatti saperne di più Svizzera, Italia, Francia, Germania.

La proposta divide

50 commercianti di Ponte Tresa hanno già aderito. “In sostanza vogliamo attirare l’attenzione dei clienti, dimostrando che i nostri prezzi non sono aumentati.

Sottolineiamo inoltre la qualità dei nostri servizi e l’ottimo rapporto con l’acquirente”, spiega a swissinfo Francesco, giovane e attivissimo edicolante che parla, in ogni caso, di operazione di marketing.

“Potrebbe essere una soluzione per attirare il cliente, nella speranza che compri merce anche senza il bollino franco d‘oro”, auspica la proprietaria di uno storico negozio di articoli da regalo nel centro di Ponte.

Non è d’accordo Roberto, commerciante di mangimi e articoli per animali: “aria fritta; chi ha lanciato l’iniziativa vuole probabilmente sbarazzarsi di fondi di magazzino. Come puoi vendere in perdita, scontando del 40 per cento? Vuol dire che ti ho fregato.”

“Non sono stato avvertito, l’ho saputo dalla TV locale”, si sfoga scettico con swissinfo Massimiliano, commerciante di tessili.

“Chiamiamo le cose col loro nome: si tratta di saldi, sconti, fine stagione. Perderemo la faccia, perché sicuramente i bollini saranno sui fondi di magazzino. Mah.”

Da parte svizzera

“Significa che i negozianti di Ponte si sono arricchiti sulle spalle dei ticinesi. Dal punto di vista commerciale, poi, è sicuramente un’utopia” si sfoga senza mezzi termini un benzinaio ticinese, con rivendita di cioccolata, dadi, pane e sigarette.

Per Laura Regazzoni, segretaria dell’Associazione consumatrici della Svizzera italiana si tratta semplicemente di una trovata pubblicitaria, nella speranza che i clienti comperino anche gli articoli senza bollino.

“In pratica è lo stesso meccanismo attuato in Ticino da Coop”, ha detto ai microfoni RSI la signora Regazzoni, ricordando l’inaudito successo della recentissima caccia alle pentole scatenata dalla catena di distribuzione, che ha senza dubbio avuto riscontri economici decisamente positivi…

In ogni caso le massaie ticinesi saranno ben contente dell’operazione franco d’oro: intercettate alla Coop di Ponte Tresa Italia, in edicola e in un negozio di abbigliamento hanno confermato – sotto lo sguardo piuttosto seccato delle commesse – di fare meno acquisti in Italia perché ora molte merci sono più convenienti in Svizzera.

“Possono raccontare quello che vogliono, ma questi commercianti hanno fatto il cambio mille lire, un euro. Ben venga quindi l’iniziativa un euro, un franco. Vedremo.”

swissinfo, Maddalena Guareschi, Ponte Tresa

Ponte Tresa, Italia, conta 6000 abitanti;
200 commercianti realizzano uno dei fatturati annui più alti d’Italia.

Dopo decenni di affari d’oro con la clientela svizzera, i commercianti italiani della fascia di confine perdono colpi a causa della forza dell’euro e di un rincaro prezzi percepito dai più.

La situazione è reputata grave soprattutto a Ponte Tresa dove i commerciani vogliono applicare a certe merci il cambio 1 euro, 1 franco, per richiamare gli svizzeri.

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