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Sul limite a 30 km/h il vento sta cambiando

Cartelli stradali
Il limite di 30 km/h si sta diffondendo nelle Città. Ma cresce la resistenza politica. Keystone / Michael Buholzer

Cresce la resistenza contro l’introduzione delle zone con il limite di velocità di 30 km/h. Perché questo tema scalda così tanto gli animi?

Il Consiglio federale vuole rendere più difficile l’introduzione del limite di velocità di 30 km/h sugli assi stradali principali. Sta infatti dando seguito a un’iniziativa parlamentare che chiede di mantenere, in linea di principio, il limite di 50 km/h.

Secondo il Consiglio federale, l’introduzione del limite di 30 km/h sulle strade principali dovrà in futuro seguire regole chiare. Il Governo intende modificare di conseguenza le relative ordinanze.

Non intende vietare del tutto il limite di 30 km/h sugli assi principali. Tuttavia, in futuro sarà necessario dimostrare che tale misura non provoca traffico di aggiramento indesiderato nei quartieri residenziali.

Resistenze anche da parte dei Cantoni

Con questa decisione, il Consiglio federale frena in particolare le città gestite dalla sinistra, che da anni promuovono l’introduzione del limite di 30 km/h.

Ultimamente, anche in diversi Cantoni si è formato un fronte contrario. Nel Canton Argovia, ad esempio, è stato deciso che la popolazione dovrà sempre avere l’ultima parola sull’introduzione del limite di 30 km/h. Nel Canton Zurigo, il Gran Consiglio ha accolto un’iniziativa di PLR e UDC volta a rendere più difficile per le Città di Zurigo e Winterthur l’introduzione del limite di 30 km/h.

Il Parlamento cantonale di San Gallo ha inoltre stabilito che la Città di San Gallo non potrà più decidere autonomamente sull’introduzione del limite di 30 km/h, lasciando la competenza al Cantone. Controversie simili si registrano nei Cantoni di Lucerna, Berna, Basilea Campagna e Ginevra. E ora anche il Consiglio federale ha preso posizione.

Il servizio della RSI:

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Per molte persone, la diffusione di zone limitate a 30 km/h, soprattutto nei grandi centri urbani, è eccessiva. Contro la decisione del Consiglio federale si oppone invece l’Associazione traffico e ambiente (ATA): a metà agosto ha presentato una petizione per il mantenimento del limite di 30 km/h all’interno dei centri abitati.

Il dibattito sull’utilità o meno del limite si sta intensificando. E spesso accende gli animi. Perché questa discussione suscita reazioni così emotive?

Dorothea Schaffner, professoressa di psicologia economica presso l’Alta scuola di psicologia applicata di Olten, spiega che il limite di 30 km/h viene percepito come una restrizione della libertà individuale di chi guida, e questo genera irritazione.

Tuttavia, l’introduzione del limite non incontra ovunque la stessa opposizione.

Dipende dall’aspetto della strada

La resistenza è minore quando chi guida percepisce chiaramente che il limite di 30 km/h è giustificato, ad esempio in una zona frequentata da molti bambini e bambine.

“Con la progettazione della strada si può ottenere molto, rendendo visibile attraverso l’aspetto stesso della carreggiata che è necessario rallentare”, afferma Schaffner. “Elementi come panchine o alberi lungo la strada possono contribuire. Un semplice cartello con il limite di velocità non basta. Non si tratta necessariamente di processi razionali, ma quasi di comportamenti automatizzati. Si rallenta in modo spontaneo, semplicemente perché la strada induce a farlo.”

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