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Immigrazione altamente qualificata più che raddoppiata

Immigrazione altamente qualificata più che raddoppiata (foto d'archivio) sda-ats

(Keystone-ATS) Dall’inizio del 21esimo secolo la composizione dei flussi migratori in Svizzera è notevolmente cambiata.

Secondo uno studio pubblicato sul sito di “Social Change in Switzerland” – che prende in considerazione l’evoluzione della struttura sociale in Svizzera – l’immigrazione altamente qualificata è più che raddoppiata tra il 1991 e il 2014.

Il numero dei nuovi migranti con un livello di formazione terziaria è passato da 30’000 nel 1991 a 40’000 dopo il 2000 e a oltre 60’000 dopo il 2007. Attualmente gli immigrati altamente qualificati rappresentano la metà di tutta la migrazione annuale.

Esistono tuttavia grandi differenze a seconda dell’origine dei migranti. Secondo lo studio quattro persone su cinque provenienti da Francia e Gran Bretagna sono altamente qualificate. Per quelle giunte da Germania e Austria tale quota è di due terzi, mentre per i portoghesi è di quasi un quarto.

Il più grande cambiamento si è verificato nei migranti provenienti da Spagna e Italia. Oggi le persone altamente qualificate originarie di questi due Paesi sono oltre la metà. Solo 25 anni fa questa percentuale era più piccola.

I ricercatori spiegano il mutamento principalmente con la domanda del mercato del lavoro elvetico. I nuovi dati mostrano che oltre la metà dei migranti europei altamente qualificati avevano già un contratto di lavoro prima del loro arrivo in Svizzera.

Tuttavia – scrivono i ricercatori – la migrazione internazionale ha svolto un ruolo secondario nella risposta ai bisogni del mercato del lavoro dal momento che tra il 2010 e il 2013 ha permesso di coprire meno del 30% della domanda di lavoratori con formazione terziaria. Le nuove generazioni di giovani nati in Svizzera, meglio qualificati dei loro nonni, hanno giocato il ruolo predominante a questo proposito.

La ricerca per la serie “Social Change in Switzerland” dei due scienziati Philippe Wanner e Ilka Steiner si basa su diversi nuovi dati. Allo studio hanno partecipato le università di Losanna e Ginevra, il Centro di competenze svizzero in scienze sociali (FORS) e il Centro svizzero di competenza per la ricerca.

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