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In un secolo, dal “Bircher-müesli” al “Wellness”

Il dottor Bircher, l'ideatore dell'omonima miscela di cereali Keystone

100 anni fa si inaugurava la clinica del carismatico dottor Max Bircher, pioniere dell’alimentazione vegetariana.

Il prodotto che porta il suo nome, il famoso “Bircher-müesli”, continua ad essere un alimento apprezzato ben oltre i confini svizzeri.

“Müesli” (sorta di pappetta), è probabilmente l’unica parola del dialetto svizzero-tedesco che sia entrata a far parte del vocabolario di parecchie lingue parlate nel mondo.

100 anni fa, il dottor Max Bircher ideava la celebre miscela di fiocchi di cereali, frutta secca e semi oleosi che avrebbe costituito, nelle sue innumerevoli varianti, la dieta di milioni di persone.

Il “Bircher-müsli” non è però solo un alimento. Dietro alla scodella di cereali sta infatti tutta una filosofia volta ad una vita salutare. Filosofia che ben si sposava con la dieta a base di cibi integrali e la voglia di rinunciare ad alcol, caffè e cacao dell’epoca.

All’inizio del 20esimo secolo, la medicina non si occupava ancora dell’aspetto nutrizionale della terapia. Le tendenze vegetariane o “crudiste” erano etichettate come rivoluzionarie dai dottori.

Non confondere con i Kellogg’s

Il “müesli” ha ampiamente varcato le frontiere svizzere, sebbene Bircher non abbia mai depositato la marca del suo prodotto. Il marchio “Müesli” non è così protetto a livello internazionale, a differenza del cugino americano “Kellogg’s”.

I fratelli Kellogg hanno inventato il primo prodotto a base di fiocchi di cereali nel Michigan, nello stesso periodo di Bircher. Subito si è dato avvio ad una produzione industriale, la cui cifra d’affari si aggira attualmente attorno ai 12 miliardi di franchi.

“Max Bircher non ha mai considerato una commercializzazione di questo tipo”, afferma a swissinfo Eberhard Wolff, responsabile dell’archivio Bircher-Benner presso l’Istituto di storia della medicina dell’Università di Zurigo.

L’unico articolo brevettato è un’originale grattugia per la preparazione degli alimenti. “Per Bircher, le idee sono sempre state più importanti dei soldi”, aggiunge Wolff.

L’importanza di una corretta alimentazione

Alla fine del 19esimo secolo, il giovane medico constatò che gli alimenti a base di vegetali naturali non trattati favorivano il processo di guarigione.

Bircher indicò una nuova strada da seguire, richiamando l’attenzione sull’importanza del concetto di alimentazione sana, nei discorsi su salute e malattia.

Bircher espresse critiche contro le terapie dell’epoca, attirandosi le ire degli ambienti medici tradizionali. Questi si concentravano esclusivamente sull’aspetto sintomatico della malattia, senza preoccuparsi dei possibili processi psichici o delle altre cause che ne sono all’origine.

I risultati ottenuti dalle sue ricerche sulle vitamine consolidano l’appellativo di “precursore della cura nutrizionale” che si è meritato Bircher. Quella che era un disciplina innovativa cento anni fa è diventata una componente importante della medicina odierna.

Perché chiudere la clinica?

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, a testimonianza della validità delle sue teorie, la clinica di Bircher aveva già riscosso molto successo, anche a livello internazionale.

“Dai registri dell’epoca, si nota come i pazienti erano numerosi anche negli anni ’70”, afferma Wolff. Tuttavia, un decennio più tardi, la fama della clinica cominciò a diminuire. Il responsabile dell’archivio Bircher-Benner può solo formulare delle supposizioni, per spiegare il perché del declino.

“L’evoluzione di questi istituti medici ad orientazione naturista dipende molto dal carisma e dalla personalità dei loro direttori”, spiega Wolff.

Bircher, cosi come sua nipote Dagmar Liechti von Brasch, che prese il suo posto dopo la sua morte nel 1939, riuscivano a stabilire un contatto particolare con i clienti della clinica.

Questo spiega il soggiorno, nella clinica zurighese, di personaggi conosciuti come Thomas Mann, Jehudi Menuhin, Golda Meir, Habib Bourgiba, Ionesco, Arthur Honegger o Maria Becker.

Probabilmente, i direttori in carica dagli anni ’80 in poi non hanno saputo o potuto stabilire dei legami emotivi con i clienti e la clinica ha perso importanza. Chiudendo definitivamente le sue porte nel 1994.

La moda “Wellness”

Secondo l’Istituto di medicina storica di Zurigo, è possibile che si sia perso il treno del “Wellness”, una moda per un benessere basato su principi meno rigidi.

“Certe case di cura tradizionali in Ticino”, osserva Wolff, “figurano oggi nell’elenco degli Hotel-Wellness”. Sulla scia tracciata dalla clinica Bircher-Benner.

swissinfo, Alexander Künzle
(traduzione dal tedesco: swissinfo, Luigi Jorio)

Maximilian Bircher nasce nel 1867 a Zurigo.

Andando contro la concezione medica dell’epoca, Bircher elabora una nuova teoria – il crudismo – che conferisce un ruolo fondamentale all’alimentazione nella cura di certe malattie.

In particolare, il naturopata svizzero sottolinea l’aspetto benefico di una dieta a base di alimenti naturali integrali.

Da qui la celebre miscela costituita di fiocchi di cereali, frutta secca e semi oleosi.

Dal 29 aprile, il Museo Mühlerama di Zurigo presenterà un’esposizione sul “Bircher-müesli”.

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