
Isole Cook: arcipelago vuole cambiare nome, in lingua maori

(Keystone-ATS) L’arcipelago delle isole Cook nel Pacifico meridionale, 15 isole con circa 17 mila abitanti, nazione autonoma in libera associazione con la Nuova Zelanda, 54 anni dopo l’indipendenza vuole allontanare il passato coloniale e cambiare nome.
Così nominato da cartografi russi per commemorare il navigatore ed esploratore britannico James Cook che vi fece scalo, ora vuole adottare un nome nella sua lingua maori e ha costituito un comitato apposito. Sono all’esame finora 64 proposte, fra cui Rangiaroia (Amore dai Cieli), e Raroatua (Siamo guidati da Dio). “È tempo di essere orgogliosi di un nome nostro, scelto da noi, per noi e nella nostra lingua”, ha detto il presidente del comitato Danny Mataroa.
“Il nome di Cook Islands ci è stato assegnato da due cartografi russi, ci è stato imposto”. Il processo di cambiamento di nome richiederà circa due anni, secondo Mataroa, e dovrà probabilmente essere sottoposto a referendum popolare. “Il viaggio è lungo, ma sentiamo che sia ormai attesa da tempo”, ha detto. Il britannico capitano Cook visitò le isole nel 1773 e 1777 e le chiamo Hervey Islands, ma Cook Islands divenne il nome corrente verso il 1820. Divennero protettorato britannico nel 1888, furono incluse nei confini della Nuova Zelanda dal 1901 al 1965, quando ottennero l’autonomia.
L’iniziativa di cambiamento di nome è in linea con una ripresa dei movimenti indipendentisti attraverso il Pacifico, dove molti paesi hanno una storia di colonizzazione. Allo stesso tempo la regione sta ricevendo attenzione crescente dalle maggiori potenze mondiali, mentre i protagonisti tradizionali come Australia, Nuova Zelanda e Usa, rafforzano la loro presenza fra le preoccupazioni per la crescente influenza della Cina.