Somieri in partenza per Cavaione, senza data. (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
La famiglia Balsarini impegnata nella zappatura di un campo di patate, Cavaione, 1930. (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
Cavaione, contrada Bitin, 1959. (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
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Ampi appezzamenti erano coltivati a campi, contrade di Gandöi e di Paganin, Cavaione, 1902 (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
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Una donna impegnata nella filatura della lana, tra Viano e Baruffini, 1940. (fotografo: Domenic Gisep, ex guardia di confine a Viano, archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
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Un contrabbandiere con la bricolla contenente sigarette, Cavaione, 1949. (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
Una colonna di muli con un carico di merce di contrabbando, Cavaione, 1959. (archivio fotografico Luigi Gisep, Poschiavo)
Un paese di montagna in Valposchiavo sul confine con la Valtellina, nei Grigioni.
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Una strada serpeggiante porta a Cavaione dove fino alla metà del 20esimo secolo vivevano ancora stabilmente un centinaio di persone. Poi, con la costruzione della strada, il paese è stato abbandonato. Ora, soltanto d’estate, le sue viuzze vengono di nuovo animate dai cavaionesi della diaspora.
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La storia di una comunità senza Stato
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L’ultima volta ho raggiunto Cavaione in vespa. L’ho sentita arrancare mentre si lasciava dietro di sé metri di strada ripida e serpeggiante. Curva dopo curva ho guadagnato quota e dopo aver superato l’ultimo tratto e la galleria finale è apparso questo nido di case da cui si ha una veduta spettacolare sulla Valtellina e sulla…
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Dopo il 1880, la passione per la fotografia ha raggiunto anche le località più recondite delle Alpi. La rivista Quaderni grigionitaliani dedica un dossier speciale a tre pionieri della fotografia che hanno operato nelle valli di lingua italiana del canton Grigioni: Giuseppe Furger (1865-1921), Agostino Fasciati (1864-1942) e Francesco Olgiati (1871-1953).
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