Sì al pensionamento flessibile
L'iniziativa popolare "Per un'età di pensionamento flessibile" metterà fine alla discriminazione tra chi beneficia di alti salari e la maggioranza della popolazione. È quanto afferma il comitato per il "sì", che ha presentato lunedì gli argomenti favorevoli al progetto di modifica dell'Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS).
“L’accesso al pensionamento anticipato è riservato finora alle persone che possiedono alti stipendi e ad una minoranza di salariati affiliati a casse pensioni solide”, ha sottolineato Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS), nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berna. Questa fascia d’età della popolazione, che fruisce in media di una più lunga speranza di vita, può così approfittare di una pensione ancora migliore.
Gli operai, i venditori e gli impiegati dell’industria alberghiera non hanno invece la possibilità di andare anticipatamente in pensione, ha aggiunto il consigliere nazionale del Partito socialista. Secondo Rechsteiner, l’iniziativa “Per un’età di pensionamento flessibile” consentirà quindi di “istaurare una parità di trattamento tra i diversi redditi”.
Il progetto sostenuto dalla sinistra e dai sindacati mira a permettere ai salariati con un reddito inferiore a 120’000 franchi l’anno di andare in pensione al compimento dei 62 anni, senza riduzione delle prestazioni. Le persone che guadagnano di più continuerebbero invece a subire una diminuzione della rendita per il resto della vita.
L’iniziativa viene respinta dal governo e dalla maggioranza borghese del parlamento. Ai loro occhi la proposta avanzata dall’USS sarebbe troppo onerosa per le casse federali.
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