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Mosca insiste, abbiamo prove della bomba sporca di Kiev

Secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov non si tratta di sospetti senza fondamento. KEYSTONE/EPA/EVGENIA NOVOZHENINA / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Un ordigno misto da realizzare con esplosivo convenzionale e materiale radioattivo proveniente dalle centrali ucraine e da far detonare per poi presentarlo come un’esplosione accidentale di una bomba atomica russa a basso potenziale.

Questa la “provocazione” che Kiev starebbe progettando secondo Mosca, che rincara le accuse riguardanti una presunta bomba sporca.

Solo la Russia, risponde il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sarebbe capace di un simile piano diabolico, mentre in una dichiarazione congiunta i ministri degli Esteri francese, britannico e americano affermano che non si faranno “ingannare” dalle “accuse palesemente false della Russia”.

“I siti nucleari ucraini sono aperti all’Agenzia internazionale per l’energia atomica, è facile assicurarsi che le dichiarazioni russe siano prive di senso”, ha detto il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov. Mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha chiesto al capo della stessa Aiea, Rafael Grossi, di inviare ispettori negli impianti nucleari del Paese.

Kuleba ha aggiunto di aver coordinato con la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna “i prossimi passi, anche nell’ambito delle Nazioni unite, per contrastare queste menzogne”. Ma all’Onu, ha annunciato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intende rivolgersi anche Mosca, per presentare quelle che definisce “informazioni doppiamente controllate attraverso i canali appropriati” a sostegno delle sue accuse. “Non si tratta di sospetti senza fondamento”, garantisce Lavrov.

La convinzione espressa dall’Ucraina e dagli alleati occidentali è che quella russa sia solo propaganda in un momento in cui le truppe di Mosca sono in difficoltà sul terreno, in particolare nella regione meridionale di Kherson, dove Kiev afferma di avere riconquistato più di 90 località. Ma anche in quella orientale del Donbass, dove annuncia di avere preso il controllo di quattro villaggi. Le autorità filorusse locali assicurano invece che “centinaia” di militari ucraini vengono uccisi ogni giorno sul fronte di Kherson.

Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, le affermazioni russe sulla bomba sporca sono “assurde”, e Mosca “accusa altri di fare ciò che intende fare lei stessa”. Ma Lavrov si è detto convinto che, nonostante le smentite ufficiali, i Paesi occidentali non prendono alla leggera le informazioni fornite dalla Russia e ha annunciato che la questione sarà dibattuta presto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Delle accuse di Mosca, secondo quanto riferiscono le agenzie russe, si è parlato anche in colloqui telefonici avvenuti nelle ultime ore tra il capo di Stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, e i suoi omologhi americano Mark Milley e britannico Tony Radakin. I media statunitensi, invece, sottolineano che nella loro conversazione Milley e Gerasimov si sono detti d’accordo sul mantenere le linee di comunicazione aperte, come già avevano fatto nei giorni scorsi il segretario alla Difesa Lloyd Austin e il ministro della Difesa di Mosca Serghei Shoigu. Inoltre, un funzionario americano ha detto che gli Usa non hanno alcuna indicazione che la Russia abbia deciso di usare armi nucleari.

Intanto gli addetti militari delle ambasciate a Mosca sono stati convocati al ministero della Difesa per ricevere spiegazioni sulle accuse della Russia. Il generale Igor Kirillov, capo delle forze per la protezione nucleare, batteriologica e chimica, ha detto che l’Ucraina potrebbe servirsi del materiale radioattivo proveniente dalle tre centrali in funzione che controlla: quelle di Yuzhno-Ukrainskaya, Khmelnitskaya e Rovnenskaya. Altre fonti della Difesa ipotizzano anche l’utilizzo di parte del combustibile esaurito della centrale di Chernobyl. Mosca, ha annunciato Kirillov, si tiene pronta a “combattere possibili provocazioni ucraine” con l’impiego di “forze e mezzi capaci di eseguire missioni in presenza di contaminazioni radioattive”.

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