Mostre: a Parigi i regali di Dalì al suo segretario
(Keystone-ATS) Era l’amico inseparabile, l’uomo di fiducia, l’instancabile assistente e collaboratore per oltre dieci anni di Salvador Dalì. il giornalista francese Enrique Sabater espone per la prima volta in un piccolo museo di Montmartre, a Parigi, l’Espace Dalì, la sua collezione di opere, più di un centinaio tra acquarelli, bozzetti, disegni, dipinti, fotografie e oggetti, molti con dedica, che ricevette in dono dall’artista surrealista come testimonianza dell’affetto che li univa.
Ex sportivo di professione, pilota di linea, fotografo amatoriale oltre che giornalista, Sabater aveva incontrato Dalì, allora sessantaquattrenne, nell’estate del 1968, sulla Costa Brava, in Spagna, per un’intervista che gli era stata commissionata dalla sua agenzia di stampa.
Tra Dalì e Sabater fu come un colpo di fulmine, ci fu subito simpatia, ammirazione e stima reciproca: erano il genio surrealista e il giornalista lunatico con la passione per la fotografia e l’arte. Tra il 1968 e il 1981 Sabater diventò il segretario personale e il collaboratore di fiducia di Dalì, oltre che fotografo e migliore amico dell’artista. I due divennero complici e inseparabili.
In mostra, fino al 10 maggio, c’è il Dalì intimo, tra libri, dipinti, fotografie, disegni realizzati appositamente per il suo segretario con dedica, oltre a lettere e oggetti personali, tutti conservati preziosamente da Sabater su domanda del genio del Surrealismo. Si scopre anche che Dalì aveva il terrore a mostrarsi in pubblico con un baffo scolorito o che chiedeva a Sabater di mandare una sua foto ai giornalisti prima di ogni intervista affinché non restassero scioccati nel vederlo.