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Orrore in Arabia Saudita: esposti cadaveri decapitati

(Keystone-ATS) Orrore in Arabia Saudita. Cinque yemeniti, condannati a morte per furto e omicidio, sono stati decapitati e i loro corpi straziati sono stati esposti al pubblico. L’esecuzione è avvenuta a Jizan, città saudita del sud-ovest, mentre un sesto uomo, un saudita è stato decapitato nella provincia di Assir, portando, secondo un calcolo della France Presse, a 47 il numero delle persone messe a morte nel regno dall’inizio dell’anno. Lo scorso anno le esecuzioni erano state 79.

Immediata la reazione da parte delle organizzazioni a difesa dei diritti umani: “Quali che siano le accuse nei confronti dei cinque – ha affermato Adam Coogle di Human Rights Watch (Hrw) – questo castigo abominevole serve come un orribile richiamo delle lacune del sistema penale della giustizia saudita”. Secondo l’agenzia saudita ufficiale Spa, che ha citato un comunicato del ministero dell’Interno, i cinque yemeniti, tra cui tre fratelli, “sono stati giustiziati e crocifissi per avere commesso una serie di furti e assassinato un saudita soffocandolo”. Il termine crocifissione in Arabia Saudita, pena prevista per certi crimini definiti in modo particolare ‘abominevoli’, significa l’esposizione al pubblico dei corpi dei condannati al supplizio.

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Un testimone che ha visto i corpi, ha indicato all’Afp che l’esecuzione ha avuto luogo in una piazza davanti al campus dell’università di Jizane. A creare ulteriore sconcerto è stata poi la pubblicazione di una foto sui social network che ritraeva i corpi dei cinque martoriati ognuno di loro legati ad una corda attaccata ad un cavo sostenuto da due gru. Poche ore dopo la pubblica esecuzione, i corpi sono stati tolti. In Arabia Saudita la pena di morte viene applicata per i reati di stupro, omicidio, apostasia, rapine a mano armata e traffico di droga. L’esecuzione prevede il taglio della testa con sciabola o spada, anche se recentemente alcuni condannati a morte sono stati fucilati.

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