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I cambiamenti climatici riscaldano gli animi dei politici

Keystone

Il rapporto delle Nazioni Unite sul clima ha avuto un forte impatto sulla classe politica svizzera. All'indomani dei risultati presentati alla Conferenza di Parigi, le reazioni nel paese si sono moltiplicate.

I socialisti chiedono addirittura di consacrare una sessione parlamentare speciale al tema. Solamente la destra conservatrice giudica la situazione climatica «non così drammatica».

Il rapporto del Gruppo d’esperti intergovernativo sull’evoluzione del clima presentato venerdì a Parigi e le affermazioni del ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger – il quale ha proposto una tassa mondiale sul CO2 – hanno indotto liberali radicali e Verdi a chiedere un dibattito urgente sul clima.

Il gruppo del Partito socialista (PS) alle camere federali – che si è occupato della questione nella «seduta di clausura» tenutasi venerdì e sabato a Lucerna – si spinge invece oltre: considerata la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici per la società moderna e in particolare per la Svizzera, quale paese alpino, chiede la tenuta di una sessione parlamentare speciale sul tema, indica un comunicato.

10 punti per l’ambiente

Contemporaneamente, i parlamentari del PS hanno elaborato un programma in 10 punti in favore dell’ambiente. Vi si chiede ad esempio l’introduzione degli standard Minergia per tutti gli edifici dal 2015 e per le nuove costruzioni da subito.

Gli impianti di riscaldamento a nafta o a gas dovranno inoltre essere sostituiti con sistemi ibridi o funzionanti con energie rinnovabili entro il 2017.

Altre proposte riguardano le emissioni di CO2, il traffico stradale e aereo e l’importazione di energia prodotta da centrali eoliche.

Sicurezza energetica

Anche per i Verdi è assolutamente urgente prendere provvedimenti. In una nota, accusano i partiti «borghesi» di aver impedito l’adozione di una tassa sul CO2 efficace. Un primo passo a loro avviso deve essere un dibattito urgente nella sessione primaverile (dal 5 al 23 marzo).

Il gruppo del Partito liberale radicale (PLR, centro destra), formulando lo stesso auspicio, chiede che le Camere discutano della sicurezza e del rispetto ambientale nell’approvvigionamento energetico del paese.

Per i deputati del PLR, centrale è la minaccia di una carenza energetica. Inoltre, sostengono che il consigliere federale Moritz Leuenberger e il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) da lui diretto, hanno trascurato il problema troppo a lungo.

Un approvvigionamento sostenibile deve passare, secondo il PLR, per una diminuzione dei consumi realizzata attraverso incentivi fiscali, provvedimenti tecnici, la promozione mirata delle energie rinnovabili e la crescita del rendimento.

Il PLR si esprime inoltre contro le centrali a gas (volute dal DATEC) e difende il proseguimento dello sfruttamento di quelle nucleari, «neutre dal profilo delle emissioni di CO2».

Allarmismo ingiustificato

Dal canto suo, il Partito popolare democratico (PPD, centro) chiede costruzioni, veicoli e apparecchi che consumino meno. Il PPD, scettico sulle centrali a gas, vuole anche promuovere le energie rinnovabili e auspica un dibattito sulle centrali nucleari «sfrondato di ideologie».

Solo per l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) la situazione non richiede interventi, in quanto giudicata «non così drammatica».

«Non servirebbe a nulla se la Svizzera prendesse misure unilaterali: nuocerebbe solo alla sua economia», sostengono i democentristi.

Vista la posizione dei vari partiti, il PPD sarà probabilmente l’ago della bilancia. Il PS ha dunque chiesto ai popolari democratici di associarsi ai Verdi e di votare, prima delle elezioni federali, le proposte ancora pendenti volte a proteggere il clima.

swissinfo e agenzie

Il Gruppo d’esperti intergovernativo sull’evoluzione del clima (Giec) è stato creato nel 1988 dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente per valutare i “rischi di un cambiamento climatico indotto dalle attività umane”.

Il Gruppo è aperto a tutti i membri delle due associazioni.

I rapporti del Giec sono la base di ogni dibattito sui cambiamenti climatici.

Oltre 500 ricercatori del mondo intero si sono riuniti questa settimana a Parigi per fare il punto sui cambiamenti climatici. Hanno presentato una sintesi dei loro lavori destinata ai decisori.

Il rapporto di 21 pagine mette in evidenza l’aumento della temperatura e i suoi effetti, così come la responsabilità «molto probabile» dell’uomo in questa evoluzione.

Gli esperti prevedono un rialzo della temperatura da 1,1 a 6,4 gradi entro il 2100 e un aumento del livello dei mari compreso tra 18 e 59 centimetri.

Sabato, ultimo giorno della Conferenza di Parigi, il presidente francese Jacques Chirac ha lanciato un appello per la creazione di una «vera organizzazione internazionale» dell’ambiente nel quadro delle Nazioni Unite.

Per promuovere questo progetto è stato costituito un gruppo di 46 paesi (in pratica tutti gli Stati europei e i paesi in via di sviluppo). Una prima riunione dovrebbe svolgersi in primavera in Marocco.

Stati Uniti e Giappone, così come i grandi paesi emergenti (India, Cina e Brasile) si sono tuttavia opposti, temendo un sistema troppo costrittivo.

La Svizzera fa parte del gruppo dei 46, ma è cosciente che il compito sarà arduo. «Rimane ancora da fare molto lavoro di convincimento», ha indicato Thomas Kolly, capo della divisione internazionale dell’Ufficio federale dell’ambiente.

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