L’UE deplora il no elvetico

I ministri delle finanze dei Quindici, riuniti a Madrid, hanno deplorato il rifiuto opposto dalla Svizzera alla soluzione proposta dall'Ue per la tassazione dei redditi del risparmio.
I ministri hanno rilevato che la Confederazione, non approvando il modello proposto dall’Ue di uno scambio automatico di informazioni fra le autorità fiscali, si isola sempre più dal contesto internazionale. La Germania si è mostrata decisa a far capitolare Berna.
L’Ue spera in un ripensamento svizzero
Riuniti a Madrid, i ministri hanno approvato un rapporto sullo stato delle trattative con la Svizzera a proposito della fiscalità del risparmio, prima di trasmetterlo al vertice di Siviglia.
In tale testo i ministri deplorano il rifiuto elvetico di partecipare allo scambio di informazioni tra autorità fiscali. Affermano inoltre di sperare in un ripensamento da parte delle autorità elvetiche.
La bozza del testo indicava anche che l’atteggiamento di Berna rischia di nuocere alle buone relazioni tra la Svizzera e l’Unione. Tale frase è stata stralciata nella versione finale, poiché alcuni paesi l’hanno rifiutata. Non si tratta di una sfumatura irrilevante: denota infatti che l’Unione è divisa sul dossier.
La Germania contro ogni concessione
Hans Eichel, ministro tedesco delle finanze, in una conferenza stampa tenuta a Siviglia, si è espresso duramente sulla posizione elvetica. Eichel ha categoricamente rifiutato l’idea di fare concessioni a Berna.
Oggi non è possibile fare una distinzione fra la lotta contro il finanziamento del terrorismo, il riciclaggio di denaro o l’evasione fiscale. Questi tre aspetti sono legati e i paesi del G7 sono concordi su questo punto, ha detto il ministro tedesco. Per Eichel la posizione elvetica «non è ammissibile», soprattutto da parte di un «buon vicino».
La reazione svizzera
In una prima reazione a Berna, il Dipartimento delle finanze (DFF) ha detto si è «dimenticato che la Svizzera ha fatto un’offerta generosa e concreta» con la proposta di un prelievo alla fonte.
Secondo il portavoce Daniel Eckmann, «la Svizzera conduce una lotta di primo piano contro la criminalità fiscale». Eckmann ha aggiunto che «non è vero che ci si isola quando non si accetta lo scambio automatico di informazioni, dato che non è uno standard internazionale».
I negoziati tra la Confederazione e l’UE sono stati avviati martedì a Berna. La Svizzera ha segnalato alla controparte la sua disponibilità a prelevare un’imposta alla fonte sui redditi dei risparmi dei cittadini comunitari, ma ha respinto la richiesta di Bruxelles di procedere a uno scambio automatico di informazioni, volendo preservare il segreto bancario.
swissinfo e agenzie

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