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La cassa malati unica affossata in modo massiccio

Il ministro della sanità Pascal Couchepin vuol proseguire sulla strada delle riforme Keystone

I cittadini svizzeri hanno bocciato chiaramente l'iniziativa popolare per introdurre una cassa malati unica. Più del 70% dei votanti ha infatti detto «no».

Il ministro della sanità Pascal Couchepin interpreta il risultato come un segnale per continuare sulla via delle riforme. I promotori dell’iniziativa e la sinistra sono delusi soprattutto per l’elevata percentuale di voti contrari.

L’idea di riunire in un solo istituto di assicurazione l’oltre ottantina di casse malati che operano attualmente in Svizzera e di calcolare i premi in base al reddito e al patrimonio non ha trovato grazia tra i cittadini svizzeri.

Il 71,2% dei votanti ha infatti respinto l’iniziativa popolare appoggiata dalla sinistra e denominata «Per una cassa malati unica». Ad eccezione del Giura e di Neuchâtel, la proposta è stata respinta in tutti i cantoni.

Per la seconda volta in quattro anni, ha osservato un raggiante ministro della sanità Pascal Couchepin, il popolo ha rifiutato a più del 70% un’iniziativa che andava nel senso di un monopolio di Stato sull’assicurazione malattia.

No massiccio nella Svizzera tedesca

In quasi tutti i cantoni della Svizzera tedesca, l’iniziativa è stata bocciata con percentuali superiori al 70%, con picchi fino al 91,7% nel semicantone di Appenzello interno.

Lo scetticismo maggiore nei confronti della cassa malati unica che regnava in questa parte del paese e che già era emerso nei sondaggi è quindi stato confermato.

Tuttavia, anche nella Svizzera latina – ed in particolare in cantoni come Ginevra, Ticino e Vaud, dove il risultato del voto era assai incerto – l’iniziativa, pur registrando consensi superiori, non ha convinto il popolo. In questi tre cantoni, la percentuale di «sì» è stata di poco superiore al 45%.

La proposta è stata accettata solo a Neuchâtel e nel Giura, con percentuali rispettivamente del 51,3 e del 57,6%.

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Couchepin raggiante

Secondo Pascal Couchepin, gli svizzeri preferiscono la concorrenza a un sistema statale. Il ministro della sanità, che non ha risparmiato le critiche ai socialisti, pur non menzionandoli esplicitamente, interpreta il risultato come un «sì» alla riforma in corso dell’assicurazione malattia.

Una riforma – ha sottolineato – che comincia a portare i suoi frutti: dopo il rialzo contenuto dei premi quest’anno, Couchepin si è detto convinto che sarà possibile stabilizzare gli aumenti al 2-3% annuo, come promesso durante la campagna che ha preceduto la votazione.

Pascal Couchepin ha lanciato un appello a tutti gli attori del settore – in particolare i cantoni, che devono smetterla di «cercare soluzioni utopiche» – affinché «si rimbocchino le maniche» per vincere la battaglia dei costi della salute.

Le casse malati, dal canto loro, devono dare la precedenza all’interesse generale e non ai loro interessi privati, ha dichiarato il consigliere federale.

«Oggi respiriamo»

Santésuisse, l’organizzazione mantello degli assicuratori malattia, ha accolto con sollievo il risultato. «Naturalmente oggi respiriamo», ha riconosciuto domenica il suo portavoce.

Soddisfazione è stata pure espressa dalle organizzazioni economiche e dai partiti borghesi.

Il presidente dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) Ueli Maurer ha sottolineato che il voto di domenica rappresenta l’occasione propizia per avviare le riforme auspicate dal suo partito, in particolare attraverso l’iniziativa che mira a ridurre le prestazioni rimborsate dall’assicurazione di base e ad aumentare la concorrenza.

Fulvio Pelli, presidente del Partito liberale radicale, spera che grazie alla chiarezza del voto in Parlamento possano ora essere avviate discussioni per le necessarie riforme del sistema sanitario svizzero, discussioni bloccate per oltre un anno.

Il no degli svizzeri è un «no a una medicina statalizzata, a un mostro burocratico», ha dal canto suo sottolineato Christophe Darbelley, presidente del Partito popolare democratico.

Delusione a sinistra

Tra i promotori dell’iniziativa, la delusione è palpabile. «Speravamo che i ‘sì’ raggiungessero perlomeno la soglia del 35%», ha commentato la deputata dei Verdi Therese Frösch, presidente del comitato promotore.

Il risultato – ha spiegato Therese Frösch – è dovuto alla massiccia campagna contro la proposta da parte degli avversari e all’insicurezza creatasi attorno all’ammontare dei premi qualora l’iniziativa fosse stata approvata.

Un punto di vista condiviso anche dal presidente dei socialisti Hans-Jürg Fehr, secondo il quale «il ‘no’ non risolverà comunque alcun problema».

swissinfo e agenzie

L’iniziativa è stata rifiutata dal 71,2% dei votanti e in 24 cantoni su 26.
La più forte percentuale di no è stata registrata ad Appenzello interno, col 91,7%.
La più forte percentuale di sì nel Giura, col 57,7%.
Il tasso di partecipazione è stato del 45,5%.

L’iniziativa popolare “Per una cassa malati unica” è stata lanciata dal Movimento popolare delle famiglie ed è stata depositata nel dicembre 2004, corredata da 111’154 firme valide.

Il testo proponeva di istituire un solo assicuratore malattia per tutta la Svizzera al posto delle oltre 80 casse malati attuali. I premi sarebbero inoltre stati calcolati in base al reddito e al patrimonio.

Il governo e la maggioranza delle due Camere del parlamento proponevano di bocciare l’iniziativa. Il Partito socialista e i Verdi la sostenevano.

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