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Non bisogna aspettare la prossima catastrofe

La ministra svizzera Micheline Calmy-Rey si è rallegrata per gli aiuti generosi e rapidi forniti dalla comunità internazionale Keystone

Alla conferenza dell'ONU in favore delle vittime del maremoto in Asia, Micheline Calmy-Rey ha invitato a rafforzare le misure di prevenzione delle catastrofi.

La ministra svizzera degli esteri chiede un coordinamento degli aiuti e una pianificazione a lungo termine per le regioni devastatate dal cataclisma.

Bisogna sviluppare una capacità di risposta internazionale a tutti i tipi di catastrofi, prima che si riproduca un nuovo disastro, come quello che ha sconvolto il sud-est asiatico il 26 dicembre scorso.

L’appello è stato lanciato martedì dalla ministra svizzera degli affari esteri Micheline Calmy-Rey, in occasione della conferenza dei paesi donatori in favore delle vittime dello tsunami, organizzata dalle Nazioni unite a Ginevra.

Altre crisi da non dimenticare

Parlando dinnanzi ai circa 250 rappresentanti di un’ottantina di governi e di organizzazioni umanitarie, la responsabile della diplomazia elvetica si è rallegrata per gli aiuti «generosi e rapidi forniti sia dai poteri pubblici che dai privati».

Micheline Calmy-Rey ha inoltre sottolineato che questa «formidabile mobilitazione delle risorse» deve concretizzarsi «senza che i fondi siano sottratti ad altre crisi umanitarie».

«I nostri obblighi di solidarietà nei confronti dei conflitti e delle crisi dimenticate rimangono gli stessi», ha affermato la consigliera federale.

Paesi più vulnerabili

Secondo Micheline Calmy-Rey, è necessario «stabilire nei paesi più esposti inventari e carte dei rischi naturali, dei pericoli ambientali e delle malattie infettive», istituire un sistema di allarme per gli tsunami e lottare contro l’indigenza.

«I paesi poveri sono molto più vulnerabili», ha ricordato la ministra degli affari esteri, secondo la quale la ricostruzione deve servire a promuovere lo sviluppo a lungo termine, a rafforzare le infrastrutture e a migliorare la pianificazione.

Occorre pure introdurre uno stato di diritto per tutti, che includa il riconoscimento dei diritti di proprietà delle persone più sfavorite e condizioni economiche e finanziarie a livello mondiale che non penalizzino i produttori dei paesi più poveri, ha aggiunto.

Insegnamenti dalla catastrofe

Micheline Calmy-Rey ha anche auspicato che l’ONU tragga insegnamento dalla catastrofe affinché il «sistema umanitario delle Nazioni Unite si rafforzi ulteriormente in futuro».

La responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha infine ricordato che la Svizzera ha sbloccato 27 milioni di franchi per l’aiuto urgente e inviato un centinaio di specialisti nei paesi colpiti dalla tragedia.

L’esercito elvetico ha inoltre messo a disposizione tre elicotteri e 50 soldati ad Aceh (Indonesia).

Ancora più generosa si è dimostrata la popolazione svizzera: nell’ambito della campagna organizzata dalla Catena della solidarietà le donazioni hanno raggiunto ben 140 milioni di franchi.

swissinfo e agenzie

Il governo svizzero ha stanziato 27 milioni di franchi in favore delle vittime dello tsunami che ha devastato diversi paesi del sud-est asiatico.

Nell’ambito della colletta lanciata dalla Catena della solidarietà, le donazioni della popolazione svizzera hanno raggiunto 140 milioni di franchi.

Questi soldi verranno messi a disposizione delle organizzazioni umanitarie attive nelle regioni colpite dal cataclisma (attualmente sono 14).

10 milioni di franchi verranno impiegati per aiuti d’urgenza: generi alimentari, acqua potabile, medicinali, ecc.

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