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Terremoto devasta l’Abruzzo

Il centro di Aquila distrutto dal terremoto Reuters

Sono le 3:32 del 6 aprile 2009, una scossa sismica di 5,8 gradi Richter fa tremare l'Italia dalla Romagna alla Campania. Per l'Abruzzo, dove è situato l'epicentro, è l'inferno. L'Italia decreta lo stato d'emergenza nazionale. La Svizzera è pronta a dare una mano.

Centinaia di edifici letteralmente sbriciolati, altre migliaia danneggiati. Sotto le macerie morti e feriti. Gli sfollati sono fra i 45mila e i 50mila. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle continue scosse di assestamento.

Sin dalle prime luci dell’alba, la devastazione all’Aquila appare in tutta la sua drammaticità. A metà giornata i morti accertati sono già 40, fra cui cinque bambini. Un bilancio che sembra inesorabilmente destinato ad aumentare con il trascorrere delle ore.

Nel capoluogo abruzzese, a una decina di chilometri dall’epicentro, secondo una prima stima della Protezione civile italiana (PC), dai 10mila ai 15mila edifici sarebbero inagibili.

In situazione a rischio c’è anche l’ospedale, dove i feriti meno gravi vengono medicati all’aperto, dinanzi all’entrata principale del pronto soccorso. Parte di quelli più gravi sono eliportati in ospedali di altre località. Il nosocomio è rimasto senza acqua potabile. Solo una sala operatoria è in funzione. È quindi indispensabile montare un ospedale da campo, mentre l’afflusso di feriti non si arresta.

Oltre che dal pericolo di nuovi crolli, i soccorritori sono ostacolati dal caos che regna in mezzo a tanta distruzione. Gli operatori della PC esortano la popolazione a lasciare libere le strade per consentire le operazioni di soccorso. Gli sfollati sono inviati nella zona dello stadio dove è allestito un primo campo di accoglienza. Ma rapidamente appare evidente che non basta. Si decide quindi di allestirne almeno sette in vari punti periferici.

L’Aquila non è l’unico comune gravemente colpito. Anche alcuni paesi vicini sono devastati. Dalle notizie ancora frammentarie, sembra che le situazioni peggiori si registrino a Onna, con la metà delle case crollate, e a Paganica. I piccoli centri colpiti in modo grave sono almeno 26, secondo un primo bilancio provvisorio.

Governo al capezzale dell’Abruzzo

Il presidente del governo italiano Silvio Berlusconi ha annullato il viaggio in Russia, che aveva in calendario oggi, ed è partito per l’Abruzzo per verificare di persona la situazione. Anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha deciso di recarsi sul posto. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli ha convocato un vertice operativo per fissare e mettere in atto le misure più urgenti.

Il capo della PC Guido Bertolaso, nominato commissario straordinario del governo per la gestione della situazione, dopo aver sorvolato la regione sinistrata ha parlato della “peggiore tragedia di questo inizio di millenio”. Sfollati hanno parlato di “Apocalisse”.

Bertolaso ha lanciato un appello per chiedere “la collaborazione degli italiani” e ha invitato a “evitare di intasare le strade”. Tutte le unità della Protezione civile e le colonne mobili dei pompieri d’Italia sono fatte convergere in Abruzzo, mentre le zone sinistrate vengono evacuate.

La Svizzera pronta ad aiutare

Da tutte le regioni sono state trasmesse offerte di aiuto. Anche dall’estero sono stati proposti aiuti. A Berna questa mattina si è immediatamente riunita una cellula di crisi del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), che si è messa in contatto con l’Italia, ha indicato a swissinfo il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Jean-Philippe Jutzi. Nel primo pomeriggio saranno rese note informazioni più precise sull’eventuale invio di soccorritori elvetici in Abruzzo.

Mentre i soccorsi si organizzano e si moltiplicano, in Italia è già scoppiata la polemica su una tragedia che, secondo taluni, avrebbe potuto essere evitata. “Erano mesi che le scosse si ripetevano e diventavano sempre più forti”, ha raccontato una testimone, la cui casa è stata distrutta, all’agenzia di stampa francese AFP.

Proprio in seguito allo sciame sismico registrato in Abruzzo da oltre un mese, un ricercatore aveva lanciato l’allarme alla fine di marzo. Giampaolo Giuliani, studioso presso i Laboratori nazionali di sismologia del Gran Sasso, aveva pronosticato un terremoto “disastroso” nella regione per il 29 marzo. Una previsione che aveva scatenato il panico. Giuliani è stato denunciato per “procurato allarme”.

Guido Bertolaso aveva stigmatizzato il comportamento del ricercatore e aveva chiesto una punizione esemplare “per quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false”.

Il sisma effettivamente non si è verificato il 29 marzo, ma otto giorni dopo. E ora molti pensano che si sarebbe dovuto prendere sul serio l’avvertimento di Giuliani.

Il capo della PC persiste però a sostenere l’impossibilità di fare pronostici. Bertolaso ha assicurato che, viste le continue scosse, la Commissione grandi rischi si era riunita all’Aquila – massimo organo tecnico-scientifico d’Italia – e aveva concluso che non si poteva assolutamente prevedere cosa sarebbe accaduto.

swissinfo, Sonia Fenazzi con agenzie

La Protezione civile italiana ha attivato un numero speciale a cui possono rivolgersi per informazioni tutti coloro che hanno parenti nella zona sinistrata. Dalla Svizzera si può chiamare direttamente lo
0039 06 68 201
Informazioni sono ottenibili anche per e-mail: salaoperativa@protezionecivile.it

Secondo le cifre fornite dall’ambasciata d’Italia a Berna, in Svizzera vivono circa 24mila abruzzesi.

Nella zona dell’Aquila sono registrati 104 svizzeri.

Il Consiglio federale (governo) ha deciso nella seduta settimanale del 1° aprile 2009 di intensificare il programma di misure della Confederazione per la prevenzione sismica e di continuare il sostegno tecnico a cantoni, comuni e privati. Il rischio sismico in Svizzera è considerato da moderato a medio.

In qualità di autorità edilizie e di committenti, i cantoni, i comuni e i privati devono assumersi una maggiore responsabilità. Le esperienze dimostrano che in assenza di regolamentazioni chiaramente definite, di norme adeguate e di accurati controlli, la sicurezza sismica viene spesso trascurata.

La maggior parte dei cantoni controlla la sicurezza sismica dei propri edifici più importanti ed esige che vengano applicate le norme antisismiche per i progetti edilizi cantonali. Nel caso di progetti edilizi privati, invece, solo i cantoni di Basilea Città e Vallese verificano che le norme vengano applicate.

Come emerge da una serie di studi, è probabile che in molti casi nei progetti edilizi di privati e comuni la sicurezza sismica venga ancora troppo raramente considerata.

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