Il bambino siriano suscita forti reazioni in Svizzera
L’immagine di un bambino di cinque anni estratto dalle macerie dopo i bombardamenti su Aleppo, sporco di sangue e con lo sguardo impietrito, ha suscitato forti reazioni in Svizzera. Anche quella del ministro degli affari esteri.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
swissinfo.ch e agenzie
English
en
Syrian child victim draws strong Swiss reaction
originale
«Vorrei prendere per mano questo bambino e dargli speranza», scrive sull’edizione odierna del quotidiano Blick il ministro svizzero degli affari esteri Didier Burkhalter. Riferendosi alle giovani vittime delle guerre, il ministro sottolinea che «bisogna dire loro che un mondo di pace è possibile, che ci impegniamo in favore di questo mondo e che abbiamo bisogno di loro per costruire tale mondo».
L’immagine del piccolo siriano ricoperto di polvere e con il viso insanguinato, diventata l’ultimo simbolo della guerra in Siria, ha suscitato indignazione in tutto il mondo. Sopravvissuto a un bombardamento, il bambino è stato assistito in ospedale. È poi stato dimesso e ha potuto ritrovare la sua famiglia.
«Per questo bambino, l’infanzia è volata via. Non nel battito d’ali naturale della vita, ma nella polvere accecante delle bombe», scrive Didier Burkhalter.
«Ad Aleppo nessun bambino è al sicuro», ha dal canto suo commentato Peter Maurer, presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa. «Non possiamo accettarlo».
Peter Maurer si è appellato alla comunità internazionale affinché «faccia il possibile per mettere fine alle uccisioni e alla violenza. Alle parti in conflitto ha chiesto il rispetto del diritto bellico. «Ogni giorno assistiamo a un aumento delle vittime negli ospedali», osserva. «E ogni giorno sempre più bambini muoiono a causa della violenza che non conosce confini».
Oltre 250’000 persone sono morte nella guerra civile che da cinque anni sta martoriando la Siria, secondo le stime delle Nazioni UniteCollegamento esterno. Tra le vittime ci sono molti bambini. L’UNICEF indica che circa 120’000 bambini sono tagliati fuori dagli aiuti umanitari nella sola regione di Aleppo.
Contenuto esterno
La comunità internazionale sta facendo abbastanza per proteggere i civili in Siria? Dite la vostra.
Articoli più popolari
Altri sviluppi
Politica federale
Risultati delle votazioni federali in Svizzera del 24 novembre 2024
La vendita di latte crudo deve essere vietata o sono i consumatori e le consumatrici a dover decidere?
Le norme alimentari svizzere non consentono la vendita di latte crudo per il consumo diretto. Tuttavia, una scappatoia consente a 400 distributori automatici di latte crudo di farlo.
In che modo gli eventi politici o economici recenti hanno influenzato la vostra fiducia nei confronti del Governo svizzero?
L'immagine della Svizzera, diffusa all'estero, di un Paese in cui le autorità godono di grande fiducia da parte del popolo sembra traballare. Perché, secondo voi?
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
65,3 milioni di profughi nel mondo, “mai così tanti” secondo l’UNHCR
Questo contenuto è stato pubblicato al
Oggi una persona su 113 è un richiedente l’asilo, uno sfollato interno o un rifugiato: una situazione che rappresenta “un livello di rischio senza precedenti”, scrive l’UNHCR nel suo rapporto “Tendenze globali”Collegamento esterno (in inglese). A fine 2015, i rifugiati nel mondo erano almeno 21,3 milioni, di cui oltre la metà (51%) minorenni. Gli sfollati…
L’orrore delle prigioni siriane raccontato agli studenti
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le due donne hanno testimoniato nell’ambito di un’azione di sensibilizzazione organizzata da Amnesty International nelle scuole e università svizzere, in occasione del quinto anniversario dello scoppio della rivoluzione siriana. «È da sempre che i siriani subiscono una simile repressione o la situazione è peggiorata negli ultimi anni?», «Quanti siriani sono perseguitati dal regime?», «La gente…
“La situazione sta peggiorando in modo pericoloso”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Anche in Svizzera, la libertà di stampa è in pericolo, secondo i sindacati syndicom e impressum, che hanno puntato il dito sulla concertazione dei media e il dumping salariale. Le due organizzazioni hanno ribadito la loro richiesta di un contratto collettivo di lavoro per la Svizzera tedesca e il Ticino, “unico strumento per garantire condizioni…
“Si deve negoziare con Assad, come è stato fatto con Milosevic”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Di passaggio a Zurigo, Carla Del Ponte (69 anni), ex procuratrice generale della Confederazione (1994-1999) e dei Tribunali internazionali per la ex Jugoslavia e il Ruanda (1999-2007), continua a denunciare l’impunità di cui godono i criminali di guerra in Siria. La ticinese traccia paralleli con la guerra in ex Jugoslavia, sottolineando una macabra differenza: i…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il 17 dicembre 2010 il giovane venditore ambulante Mohamed Bouazizi si dà fuoco nel centro di Sidi Bouzid, in Tunisia, per protestare contro un’ingiustizia di una poliziotta, di cui sarebbe stato vittima. Il suo atto disperato innesca la rivoluzione dei gelsomini. I venti di rivolta investono il mondo arabo. Dopo quella di Ben Ali in…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il fotografo svizzero Olivier Vogelsang ha visitato il campo profughi di Zaatari nell’aprile 2013, dove ha documentato il lavoro svolto dall’Agenzia dell’ONU per i rifugiati (UNHCR) e dalle organizzazioni non governative Terre des Hommes e Caritas per aiutare bambini e famiglie. Il campo si trova 70 chilometri a nord di Ammann, a 30 chilometri dal…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.