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Due PLR e un PPD in corsa per il governo

La successione del ministro Pascal Couchepin sarà un affare maschile. Verosimilmente tre uomini di centro si contenderanno la poltrona in governo. Il PLR è in corsa con due pretendenti. Il PPD lancerà un candidato. I Verdi desistono, mentre l'UDC temporeggia.

Il Partito liberale radicale (PLR) ha deciso venerdì di candidare ufficialmente il senatore neocastellano Didier Burkhalter e il deputato nazionale ginevrino Christian Lüscher all’elezione del 16 settembre. I due se la vedranno sicuramente con un candidato del Partito popolare democratico (PPD), che venerdì ha formalmente stabilito di contendere al PLR il seggio vacante.

Mentre i Verdi per questa volta hanno messo da parte le loro ambizioni di accedere al governo ritenendo che il momento non sia propizio, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) prende tempo. Il gruppo parlamentare democentrista non si pronuncerà prima dell’8 settembre.

Dopo aver interrogato nel pomeriggio i quattro suoi candidati in lizza e aver affrontato la questione della candidatura del presidente del partito nazionale Fulvio Pelli, fortemente caldeggiata dalla sezione ticinese, venerdì sera il gruppo parlamentare del PLR ha deciso di puntare su due romandi: Burkhalter è passato al primo turno di votazione, Lüscher al terzo.

Burkhalter e Lüscher saranno sfidati dal PPD, che ha formalmente stabilito di contendere al PLR il seggio vacante. Il suo gruppo parlamentare, che comprende anche i deputati Verdi liberali ed evangelici, ha deciso con 40 voti contro 1 di presentare un solo candidato, che sarà scelto l’8 settembre. A disposizione si sono dichiarati finora due friburghesi: il senatore Urs Schwaller, contestato da alcuni perché di madrelingua tedesca, e il consigliere nazionale Dominique de Buman, vicepresidente del partito. Altri aspiranti al seggio di Couchepin possono però proporsi fino al 31 agosto. Il gruppo PPD si dice convinto di avere buone possibilità di sottrarre il seggio al PLR con una candidatura “unica” e “forte”.

swissinfo.ch e agenzie

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