La Confederazione è disposta a valutare un maggior contributo versato tramite compensazione intercantonale per il Ticino, se questi rivedrà la sua posizione sui frontalieri. Lo ha detto il ministro svizzero delle finanze Ueli Maurer, per il quale la priorità è normalizzare i rapporti con l’Italia.
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swissinfo.ch e tvsvizzera.it (Quotidiano RSI 09.03.16)
Il consigliere federale ha ribadito di capire le posizioni del Ticino. In vista dei futuri negoziati con l’Unione europea, vi è però la necessità di ratificare il trattato sulla fiscalità dei frontalieri entro giugno.
A bloccare l’intesa con Roma vi è in particolare la posizione del cantone riguardo alla richiesta del casellario giudiziale per il rilascio di permessi a cittadini dell’UE e l’iscrizione obbligatoria all’albo professionale di ditte che operano anche solo per un breve periodo sul territorio cantonale.
Ueli Maurer ha detto che la Confederazione sarebbe pronta valutare un maggior contributo versato tramite la compensazione intercantonale per il Ticino, se questi facesse un passo indietro.
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Strategia per gestire i quasi 65mila frontalieri in Ticino
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Metà di tutto il traffico in Ticino è dovuto ai frontalieri. Per il consigliere di stato Claudio Zali, ci vuole una strategia globale per ridurre i disagi. Ad esempio potenziando i mezzi pubblici, favorendo il "car pooling" e tassando i posteggi.
Il traffico di transito ai valichi doganali italo-svizzeri aumenta di anno in anno. La situazione si sta ulteriormente peggiorando a causa della crisi economica che ha spinto sempre più lavoratori italiani, soprattutto lombardi, a cercare lavoro in Ticino. Ora i frontalieri sono quasi 65mila e le strade ticinesi possono sopportare l'entrata di circa 40mila lavoratori, afferma Claudio Zali, membro del governo del canton Ticino.
Per cercare di risolvere il problema del traffico, il cantone ha deciso di avere dei dati concreti per cercare di reagire nel modo più adeguato. Recentemente ha così promosso un censimento per capire meglio questo transito transfrontaliero.
I dati sono chiari. La maggior parte delle persone che entrano in Ticino sono lavoratori. E quasi tutti viaggiano da soli (88% delle vetture era infatti occupata dal solo guidatore) e dispongono di un posteggio gratuito sul posto di lavoro.
Per cercare di trovare le soluzioni giuste per ridurre il traffico di transito dei lavoratori transfrontalieri, Claudio Zali intende elaborare una strategia complessiva che si riassume in due frasi: potenziare il servizio pubblico e disincentivare il traffico privato.
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