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Le date da segnare in questo “anno di democrazia”

Magazzino pieno di scatole
Sistemando le scatole delle schede di voto a Giacarta, in Indonesia, in vista delle elezioni nella terza più grande democrazia del mondo. Sono previste il 14 febbraio 2024. Copyright 2023 The Associated Press. All Rights Reserved.

Circa 4,5 miliardi di persone in quasi 80 Paesi sceglieranno la loro leadership quest'anno, compresi cittadini e cittadine di alcune delle più grandi democrazie del mondo. Diamo un'occhiata alle elezioni più significative e a come i loro risultati potrebbero avere un impatto sulla Svizzera.

Più del doppio di persone sarà chiamato al voto nel 2024 rispetto al 2023. In otto dei dieci Paesi più popolati del mondo si terranno delle elezioni. Solo in India si tratta di 1,4 miliardi di persone. In Pakistan, in Indonesia, negli Stati Uniti, nei 27 Paesi dell’Unione Europea e (probabilmente) nel Regno Unito, centinaia di milioni di persone diranno la loro nel corso dei prossimi 12 mesi. LEconomistCollegamento esterno ha definito il 2024 come ” il più grande anno elettorale della storia”.

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Tuttavia, come il drammaturgo britannico Tom Stoppard una volta ha fatto notare, “non è il voto che fa una democrazia, ma lo spoglio”. Molte delle elezioni previste quest’anno non sono libere ed eque, ed è quindi molto improbabile che abbiano un’influenza significativa sui Governi. Non bisogna essere un’esperta cremlinologa per prevedere che Vladimir Putin, che celebra il 25esimo anno alla testa della Russia, sarà rieletto in marzo.

C’è poi l’intelligenza artificiale. Quale ruolo avrà l’IA nelle varie elezioni? Quali misure stanno intraprendendo i Governi e i partiti? L’IA ha già fabbricato degli scandali nella politica svizzera.

È però forse troppo presto per dirsi così pessimisti. “Nonostante la sua spavalderia e l’impressione di un suo slancio storico, il mondo autocratico è lungi dal rovesciare le sconfitte subite nella seconda metà del XX secolo”, scrive Janan Ganesh sul Financial TimesCollegamento esterno, relativizzando la crisi democratica. “La democrazia è su una traiettoria calante, senza dubbio, ma lo è anche un pugile che perde un round dopo averne vinti sei”.

Gennaio

13 gennaio. A Taiwan, dove abitano 24 milioni di persone, si sono tenute le elezioni presidenziali e parlamentari. L’attenzione degli analisti e delle analiste erano puntate sulla votazione, il cui risultato potrebbe modellare il modo in cui il presidente cinese Xi Jinping perseguirà il suo obiettivo di prendere il controllo di quello che Pechino considera essere “sacro” territorio cinese.

William Lai, esponente del Partito democratico progressista (indipendentista) al potere, è stato eletto nuovo presidente dell’isola. Pechino ha commentato affermando che “il risultato non impedirà l’inevitabile riunificazione”.

La Svizzera, che non riconosce Taiwan come Stato sovrano, continuerà a camminare in delicato equilibrio, tentando di promuovere la pace e la democrazia senza, al contempo, irritare la Cina. 

Febbraio

8 febbraio. In Pakistan (240 milioni di abitanti) sono previste le elezioni generali, posticipate lo scorso novembre.

14 febbraio: In Indonesia si terranno le elezioni legislative e presidenziali. Sono tre i candidati che intendono succedere al presidente uscente Joko Widodo, che sta giungendo al termine del secondo mandato, il massimo permesso dalla Costituzione. Circa 205 delle oltre  270 milioni di persone potranno votare. Un terzo di loro ha meno di 30 anni.

Marzo

3 marzo. Il popolo in Svizzera si recherà alle urne per la prima delle quattro domeniche di votazioni federali (le altre sono in programma il 9 giugno, il 22 settembre e il 24 novembre). I due temi in votazione toccano la riforma delle pensioni.

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Questo contenuto è stato pubblicato al La nuova ministra dell’interno dovrà affrontare diverse votazioni popolari. Sulla scena internazionale, la Svizzera cerca di ritagliarsi uno spazio.

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15 marzo (fino al 17). In Russia (140 milioni di abitanti), la rielezione di Vladimir Putin alla presidenza sembra assicurata dopo anni di repressione nei confronti dell’opposizione . Ciò significa che la guerra della Russia in Ucraina con tutta probabilità continuerà, mettendo alla prova la pazienza del principale alleato di Kiev, gli Stati Uniti. La Svizzera continuerà a implementare le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia e sicuramente verranno sollevate ancora questioni sulla neutralità elvetica.

31 marzo. Elezioni comunali in Turchia (popolazione: 85 milioni). Riuscirà il presidente Recep Tayyp Erdogan, rieletto con uno stretto margine in maggio, a consolidare il suo potere riconquistando le città che aveva perso nel 2019? Le relazioni tra Turchia e Svizzera hanno visto giorni migliori. Dopo che un’effige di Erdogan è stata bruciata a Zurigo lo scorso anno, lo stesso presidente turco ha convocato l’ambasciatore svizzeroCollegamento esterno ad Ankara per una lavata di capo.

Aprile

In India, il Paese più popolato al mondo, cominciano le elezioni generali, che si protrarranno nel corso di maggio. Narendra Modi – autoproclamato uomo forte che ha coltivato uno stile di leadership senza compromessi che piace a buona parte dell’elettorato e agli investitori stranieri, ma irrita i gruppi che si battono per i diritti umani – naviga verso la rielezione. Se il suo partito nazionalista induista vincerà, probabilmente l’economia continuerà ad essere la sua priorità, non i diritti umani.

Il primo ministro britannico, attualmente Rishi Sunak, deve convocare le elezioni generali prima del 28 gennaio 2025, molti analisti ed analiste sostengono che si terranno in primavera o in autunno di quest’anno. Si tratterà delle prime elezioni nel Regno Unito in cui cittadini e cittadine dovranno mostrare un documento di identità ai seggi. Quante persone verranno respinte davanti alle cabine elettorali?   

Maggio

11 maggio. La musica che vi si ascolta non è forse per tutti i gusti, ma la maggior parte della gente riconosce i risultati tecnici – e democratici? – dell’Eurovision Song Contest. Lo scorso anno sono arrivati voti da 144 Paesi. La finale di quest’anno si terrà a Malmö, in Svezia.

31 maggio. In Messico (130 milioni di abitanti) si terranno le elezioni presidenziali e legislative (fino al 2 giugno). Come spiega questo articolo di SWI swissinfo.ch (disponibile in spagnolo e in inglese), il popolo messicano non ha dimenticato gli eventi che l’hanno reso scettico nei confronti del sistema elettorale.

Le elezioni generali in Sudafrica sono previste a una data ancora imprecisata tra maggio e agosto. Dopo tre decenni di governo segnati dalla corruzione e dal declino economico, il Congresso Nazionale Africano (ANC) rischia di perdere la maggioranza in Parlamento per la prima volta da quando Nelson Mandela l’ha portato al potere nel 1994 dopo la fine dell’apartheid. Se sarà così, l’ANC avrà bisogno di formare una coalizione per continuare a guidare il Paese – probabilmente con Alleanza Democratica, popolare tra l’elettorato bianco, o con Economic Freedom Fighters, partito di ispirazione marxista sostenuto dall’elettorato nero meno abbiente. Nei due casi, la democrazia sudafricana volterebbe pagina.

Giugno

6 giugno. Elezioni del Parlamento europeo (fino al 9 giugno). I 27 membri dell’Unione Europea eleggeranno il prossimo Parlamento. Quest’anno l’UE si aspetta di ricevere oltre un milione di richieste di asilo – si verificherà uno spostamento a destra, come successo in Svizzera lo scorso ottobre?

Luglio

15 luglio. In Ruanda (13 milioni di persone) si terranno le elezioni presidenziali e legislative. Il presidente Paul Kagame cercherà di estendere ulteriormente i suoi circa 30 anni di controllo sul Paese dell’Africa orientale. Avrebbe il diritto di restare in carica ancora altri 10 anni, dopo che un emendamento costituzionale nel 2015 ha modificato i limiti di mandato.

Settembre

15 settembre. Giornata internazionale della democrazia dell’ONU. Il tema di quest’anno non è stato ancora annunciato, ma in passato sono stati affrontati argomenti come il rafforzamento della democrazia,  la sua importanza nell’ottica dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il dialogo e l’inclusività, la responsabilità e la tolleranza politica. In occasione di questa Giornata, cinque anni fa, avevamo pubblicato questo articolo sui dieci ingredienti di cui nessuna società moderna dovrebbe fare a meno.

Novembre

5 novembre. L’elettorato degli Stati Uniti (330 milioni di abitanti) designerà il suo presidente, l’intera Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato. Il presidente Joe Biden affronterà probabilmente Donald Trump, in un’elezione fotocopia di quella del 2020. Trump è attualmente in vantaggio nei sondaggi, perlomeno secondo analisti e analiste del Regno UnitoCollegamento esterno, ma la strada è ancora lunga. Il Financial Times, nelle sue recenti previsioni per il nuovo annoCollegamento esterno, scrive che il risultato sarà risicato ma che Biden dovrebbe riuscire a spuntarla. La testata mette in guardia: “Se Trump supererà gli ostacoli giuridici lanciati da Maine e Colorado che mettono in questione la sua eleggibilità, la sua campagna contro Joe Biden porterà alle più tossiche elezioni presidenziali della storia statunitense”.

Naturalmente, la Ginevra internazionale incrocia le dita per una vittoria di Biden. Come presidente dal 2016 al 2020, Trump ha mostrato il suo disprezzo per il multilateralismo, creando un pessimo ambiente in seno a molte organizzazioni internazionali con sede nella città svizzera. Per iniziativa di Trump, gli Stati Uniti si sono ritirati da vari organi, tra cui il Consiglio per i diritti umani e l’Organizzazione mondiale della sanità. Il risultato è stato una progressione della Cina, determinata a trarre vantaggio dal vuoto lasciato da Washington e a mettere la sua impronta nel sistema dei diritti umani. Un ritorno al protezionismo economico praticato dagli USA durante l’amministrazione Trump sarebbe inoltre una pessima notizia per l’Organizzazione mondiale del commercio, il cui sistema di arbitrato è rimasto paralizzato da allora.

In ogni caso, la prossima data da segnare nel calendario per la democrazia statunitense è il 4 marzo, giorno in cui è previsto il processo a Trump per il presunto tentativo di rovesciare il risultato delle elezioni del 2020.

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