Unia per un salario minimo garantito
Il sindacato Unia sostiene il lancio di un'iniziativa popolare per iscrivere nella Costituzione il diritto ad un salario minimo.
I 100 delegati di Unia, riuniti sabato in assemblea a Berna, hanno deciso all’unanimità di unire le loro forze a quelle del Partito socialista e dell’Unione sindacale svizzera (USS) per sostenere il lancio di un’iniziativa popolare in favore di un salario minimo garantito.
«È inaccettabile che malgrado un duro lavoro molti dipendenti debbano accontentarsi di salari indecenti», ha detto Andreas Rieger, copresidente del sindacato. In Svizzera continuano ad esserci circa 400’000 lavoratori, in parte anche qualificati, che ricevono meno di 3’500 franchi al mese.
Per Unia i salari minimi dovranno essere fissati, per quanto possibile, nei contratti collettivi di lavoro (CCL).
Un salario minimo obbligatorio dovrebbe inoltre essere fissato per legge. La retribuzione minima dovrà essere pari a circa 2/3 del salario mediano, vale a dire 3’600 franchi al mese se si riceve anche la tredicesima o 3’900 franchi per dodici mensilità.
Il lancio dell’iniziativa – il cui testo sarà redatto da Unia e USS e poi discusso con il Partito socialista – è previsto per il prossimo anno.
Con l’adesione di Unia «tutti gli attori importanti sono a bordo», ha spiegato all’Agenzia telegrafica svizzera il portavoce dei socialisti Peter Lauener.
Nel corso della loro assemblea, i delegati di Unia hanno pure approvato alcune proposte per combattere lo smantellamento sociale. Il sindacato si impegnerà per evitare la riduzione delle rendite dovuta a un «inutile abbassamento del tasso di conversione». Unia ha infine minacciato di lanciare un referendum se il parlamento decidesse di ridurre le prestazioni dell’AVS o dell’assicurazione contro la disoccupazione.
swissinfo.ch e agenzie

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