Il contenzioso fiscale relativo ai dati bancari di presunti evasori non dove compromettere le buone relazioni tra Svizzera e Germania. È quanto hanno affermato la cancelliera Anglea Merkel e la presidente della Confederazione Doris Leuthard questo finesettimana, durante un colloquio telefonico.
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I negoziati tra i due paesi su un accordo di doppia imposizione continueranno, ha fatto sapere il portavoce del governo tedesco Ulrich Wilhelm.
Il via libera di Berlino all’acquisto di informazioni sui conti in Svizzera di potenziali evasori fiscali aveva indispettito Berna, che si era detta contraria a collaborare sulla base di dati rubati. Pochi giorni dopo, tuttavia, il Consiglio federale aveva dichiarato di continuare i negoziati su una nuova Convenzione di doppia imposizione secondo gli standard OCSE. L’intesa regola lo scambio di informazioni nel caso di fondati sospetti di evasione fiscale.
La conclusione di un nuovo accordo di doppia imposizione regolerà anche lo scambio di informazioni, rendendo così «obsoleta» ogni discussione sull’utilizzo o meno di dati rubati, ha sottolineato Ulrich Wilhelm.
Secondo notizie di stampa, la controversia tra Svizzera e Germania ruota attorno a tre CD con informazioni relative a diverse migliaia di titolari di conti, che ignoti sarebbero disposti a vendere alle autorità tedesche.
Intanto, l’acquisto dei dati rubati fa discutere anche in Germania: lacerato al suo interno, il governo del Baden-Württemberg ha annullato una riunione sul tema in programma lunedì pomeriggio. Finora i membri dell’esecutivo, formato da una coalizione fra i cristiano democratici della CDU e i liberali FDP, hanno espresso pareri contrastanti: se il ministro delle finanze Willi Stächele (CDU) vuole mettere mano sui dati, il collega alla giustizia Ulrich Goll (FDP) ha dato parere contrario.
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