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Premio Sakharov alle due donne yazide, ‘Il mondo deve sapere’

Le due attiviste yazide Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar durante il loro discorso odierno a Strasburgo. KEYSTONE/EPA/PATRICK SEEGER sda-ats

(Keystone-ATS) “Un riconoscimento che ci da voce, il mondo deve sapere”: sopravvissute all’orrore dell’Isis, che le ha ridotte a schiave, torturate e violentate, le due attiviste yazide Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar hanno ricevuto oggi il premio Sakharov.

A consegnare il riconoscimento è stato il presidente del parlamento europeo Martin Schulz.

“La vostra battaglia è anche la nostra battaglia – ha assicurato Schulz -. La Corte penale internazionale deve fare luce sui reati perpetrati dallo Stato islamico”.

Abbigliate con i loro vestiti tradizionali, serissime e sicure, le due donne hanno raccolto l’applauso di un emiciclo gremito a Strasburgo. “È un premio prezioso per noi – ha detto Lamya Haji Bashar dal palco -, un riconoscimento per ogni ragazza finita schiava sessuale nelle mani dell’Isis, per qualsiasi persona al mondo vittima del terrorismo”.

La giovane, 18 anni, ha raccontato gli orrori vissuti tra i jihadisti, l’uccisione del padre, dei fratelli, delle donne più anziane; la sua vendita per quattro volte al mercato, le violenze, e poi la fuga per finire insieme a un’amica su una mina, che le ha tolto la vista a un occhio.

“Da secoli – ha raccontato – vivevamo fianco a fianco con arabi e musulmani. Quando è arrivato lo Stato islamico sono stati proprio i nostri vicini ad averci attaccato per primi. Vi chiedo di farci una promessa, che non permetterete mai più che qualcosa di simile si verifichi. Yazidi e cristiani hanno bisogno di protezione internazionale”.

“Gli yazidi sono vittime di un genocidio – ha aggiunto Nadia Murad, 21 anni -, solo voi avete sostenuto il nostro popolo. Guardiamo all’Europa come simbolo di umanità, deve rimanere un modello per il mondo”.

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