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Prima messa di Papa Leone XIV in Cappella Sistina

Keystone-SDA

Si è tenuta oggi la prima messa di Papa Prevost nella Cappella Sistina. Con Leone XIV hanno concelebrato tutti i cardinali, elettori e non elettori.

(Keystone-ATS) La prima e la seconda lettura della messa ‘pro ecclesia’, la prima per Papa Leone XIV, sono state in inglese e spagnolo. Le due lingue sono quelle maggiormente usate nelle messe internazionali in Vaticano ma anche le due principali lingue parlate dal Pontefice poliglotta, nato negli Stati Uniti e a lungo missionario in Perù. La lingua della celebrazione, come in tutte le messe solenni, è stata il latino.

Per questa occasione il Vangelo scelto è statop quello di Matteo ed è quello che narra la scelta del primo Pontefice da parte di Cristo: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa”, uno dei passi del Vangelo cantato in italiano.

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Papa Leone XIV ha aperto l’omelia alla sua prima messa con una breve introduzione in inglese a braccio. Ha poi proseguito leggendo il testo in italiano.

“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”, ha detto Leone XIV commentando il Vangelo. “Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito”, ha aggiunto nell’omelia.

“Eppure, proprio per questo – ha affermato papa Prevost -, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.

“Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”, ha proseguito il pontefice.

A conclusione dell’omelia Leone XIV ha indicato “un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”.

“Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa”, ha aggiunto papa Prevost.

“Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia (cfr Lettera ai Romani, Saluto)”, ha sottolineato il papa Leone XIV.

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