Prime condanne a Hong Kong per “sedizione”
(Keystone-ATS) Nella Hong Kong della rapida involuzione delle autonomie e delle libertà è arrivata anche la condanna per sedizione.
Per la prima volta dal 1997, cioè da quando l’ex colonia britannica è passata sotto la sovranità di Pechino, un tribunale locale ha dichiarato colpevoli “di cospirazione per la pubblicazione di articoli sediziosi” due ex capo redattori del sito web di notizie Stand News, ora chiuso, e la relativa società editrice. Tutti ritenuti responsabili di propaganda sovversiva per aver spesso dato copertura favorevole al movimento pro-democrazia che sconvolse la città nel 2019 con le sue manifestazioni di massa.
“Ritengo i tre imputati colpevoli”, ha rimarcato il giudice del tribunale distrettuale di Wan Chai, Kwok Wai-kin, nel dispositivo della sentenza che ha inevitabilmente riportato i riflettori internazionali su Hong Kong. Anche perché i due redattori, Chung Pui-kuen e Patrick Lam, dichiaratisi non colpevoli rispetto ai capi d’accusa, rischiano fino a due anni di carcere: la pena sarà decisa nell’udienza del 26 settembre.
Gli Stati Uniti, così come l’Unione europea, hanno denunciato gli ultimi sviluppi come “un attacco diretto alla libertà dei media”, esempio di un inesorabile deterioramento dei diritti.
Stand News, un tempo il principale media online di Hong Kong con un mix di reportage e commenti critici, è stato perquisito dalla polizia a dicembre del 2021 e i suoi beni sono stati congelati, costringendolo alla chiusura.
Chung (54 anni), Lam (36 ann) e la società madre dell’outlet Best Pencil (Hong Kong) Ltd sono stati tutti accusati di cospirazione per aver pubblicato testi sediziosi in relazione a 17 articoli di notizie e commenti tra luglio 2020 e dicembre 2021, secondo il meticoloso lavoro fatto dalla pubblica accusa.
“Quando un discorso è valutato come avente un intento sedizioso, le circostanze effettive devono essere prese in considerazione e considerate come causa di potenziali danni alla sicurezza nazionale, e devono quindi essere fermate”, ha scritto il giudice.
Durante il processo, durato 57 giorni, la procuratrice Laura Ng ha affermato che Stand News aveva agito come una piattaforma politica per promuovere ideologie “illegali” e incitare all’odio i lettori contro i governi cinese e di Hong Kong.
Durante il processo, Chung ha detto che Stand News aveva solo “registrato i fatti e riportato la verità” in forza del principio della pubblicazione di ogni articolo ricevuto per “mostrare la massima estensione della libertà di parola”, senza incitamento alla violenza e diffamazione.
Lam, in una memoria, ha dal canto suo osservato che “la chiave di questo caso è la libertà di stampa e la libertà di parola. L’unico modo per i giornalisti di difendere la libertà di stampa è di riferire”.
Mentre Aleksandra Bielakowska di Reporter senza frontiere ha commentato sulle reti sociali che “questo verdetto crea un precedente molto pericoloso che potrebbe essere utilizzato da Pechino per sopprimere qualsiasi voce indipendente”.
Uno slancio non conciliabile con la normalizzazione sulla città impressa da Pechino con l’imposizione della legge sulla sicurezza nazionale nel giugno del 2020.