Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
l'appuntamento elettorale di questa domenica è stato un chiaro segnale dell'elettorato elvetico, che dimostra uno scemato interesse nelle questioni ambientali e una chiara preoccupazione per quelle migratorie. Un tema che la destra conservatrice ha saputo ancora una volta cavalcare e che ha fatto guadagnare all'UDC nove seggi in più in Consiglio nazionale.
Sono però state anche le elezioni dell'astensionismo: alle urne si è recato per esprimere la propria opinione meno di un/a avente diritto di voto su due (46,6%). Nulla di nuovo, in realtà: è dal 1979 che il tasso di partecipazione è sotto al 50%. E come a ogni appuntamento elettorale, c’è chi si chiede se una maggiore partecipazione avrebbe portato a risultati diversi. Ma, si sa: con i se e con i ma… non si va molto lontano. Senza se e senza ma, invece, vi invito a leggere la nostra selezione delle notizie del giorno.
La destra conservatrice ha trionfato alle elezioni federali: ieri, domenica 22 ottobre, l’Unione democratico di centro (UDC) ha raccolto il 28,55% dei voti, aggiudicandosi nove seggi in più in Consiglio nazionale – la Camera bassa del Parlamento elvetico – (per un totale di 62).
I Verdi, che avevano avuto ampio successo all’appuntamento elettorale del 2019, hanno quanto a loro perso cinque seggi (totale: 23) e si sono aggiudicati il 9,38% delle schede. Il Partito liberale radicale (PLR), votato dal 14,4% dell’elettorato, perde un seggio (28), mentre il Centro ne ha guadagnato uno (29), grazie al 14,6% dei voti, che ne fanno il terzo partito del Paese.
Il Partito socialista (PS) con il 18% dei voti è il secondo partito della Confederazionee si è aggiudicato due seggi aggiuntivi (totale: 41). Nonostante un arretramento abbastanza contenuto (-0,56% che lo fa arrivare al 7,2%), il Partito verde liberale (PVL) perde sei seggi (totale: 10)
Per conoscere la composizione definitiva del Consiglio degli Stati (Camera alta, 46 seggi) bisognerà invece aspettare, poiché in diversi Cantoni sarà necessario un secondo turno.
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Secondo la stampa elvetica, il flop dei Verdi non è colpa di nessuno se non del partito stesso, mentre ill successo dell’UDC – destra conservatrice – si spiega anche grazie al contesto di crisi migratoria ed energetica attuale.
L’appello da parte dei partiti ecologisti ad azioni troppo estreme, secondo il Tages-Anzeiger, e i continui appelli al cambiamento “hanno avuto un effetto deterrente”. Per La Liberté i Verdi hanno pagato a caro prezzo la dispersione delle loro priorità. Invece di concentrarsi sulla lotta contro il riscaldamento globale, si sono persi in temi sociali, rendendo il loro messaggio difficile da assimilare, scrive il quotidiano.
L’attuale contesto internazionale invece, secondo molti, avrebbe permesso all’UDC di vincere grazie al suo cavallo di battaglia: l’immigrazione. La vittoria non basta, però, scrive Le Temps. Confermatosi la forza trainante del Paese, il partito deve ora assumersi le proprie responsabilità e non limitarsi a dividere. Sono necessarie, si legge, delle vere e proprie alleanze costruttive.
Il Centro, che per la prima volta nella sua storia ha superato il PLR, scrive dal canto suo il quotidiano ticinese La Regione, deve la sua vittoria al fatto che ha presentato un volto giovane, femminile, laico, aperto sulle questioni di società e non spigoloso e senza il riferimento cristiano (sono gli ex democristiani) è risultato accessibile anche all’elettorato non cattolico.
- Le analisi dei risultati sulla stampa svizzera e internazionale.
- Il fallimento dei Verdi sulle pagine de LaRegioneCollegamento esterno.
- Il giorno dopo le elezioni: il liveticker di RSI InfoCollegamento esterno.
- “Anche in Svizzera cresce il bisogno di sicurezza”: intervista alla politologa Anke Tresch a cura del mio collega Giannis Mavris.
La popolazione elvetica che vive in patria e quella che vive all’estero si sono ritrovate d’accordo sulla perdita di fiducia nei confronti dei partiti ecologisti, a favore principalmente dei socialisti, mentre le loro opinioni divergono per quanto riguarda la destra.
L’UDC non ha in effetti avuto all’estero il successo che ha avuto all’interno della Confederazione: nei Cantoni che forniscono dati separati per le schede giunte dalla Quinta Svizzera, i Verdi hanno perso il 5,4% dei voti, passando dall’essere il primo partito nel 2019 (23,8% delle preferenze) a terzo nel 2023 (18,4%).
Una maggioranza dei voti della diaspora è andata al Partito socialista, che ha guadagnato il 2,8% dei voti in più rispetto a quattro anni fa, passando dal 17,6% al 20,4%. Sembra che, insomma, quanto perduto dai verdi sia stato guadagnato dai socialisti.
Grande vincitore in patria, l’UDC non ha trionfato all’estero: ha, sì, ottenuto più voti rispetto al 2019, ma la progressione è stata solo dello 0,5% (dal 18% dei voti è passata al 18,5%). Un risultato che fa di quella democentrista la seconda formazione preferita della Quinta Svizzera, dietro al PS. Una conferma, insomma, di una caratteristica ormai nota della diaspora elvetica, che è tradizionalmente più liberale e che si colloca più a sinistra nello spettro politico.
- Da SWI Swissinfo.ch “I partiti ecologisti perdono presa anche nella Quinta Svizzera”.
- Da SWI Swissinfo.ch: “Otto cose da ritenere delle elezioni federali del 2023”.
- La serie “Visti da fuori” di SWI Swissinfo.ch sulla storia del diritto di voto degli svizzeri e delle svizzere all’estero.
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