Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
qualche volta capita (per fortuna) di leggere notizie, che pur nella loro drammaticità, sono edificanti. È il caso dei due bambini ucraini ricoverati nel reparto di oncologia dell'ospedale pediatrico di Ochmatdyt, bersagliato la settimana scorsa da missili russi, che hanno potuto essere giungere in Svizzera con l'aiuto del servizio di soccorso aereo della REGA.
I due piccoli sono ora ricoverati in ospedali universitari dove potranno proseguire la loro terapia. Nell'attacco, per il quale è superfluo aggiungere qualsiasi aggettivo, sono morte due persone e altre trenta sono rimaste ferite.
Per le altre notizie odierne dalla Confederazione vi invito a proseguire nella lettura.
Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha incontrato a New York il suo omologo russo Sergei Lavrov, a margine della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Sul social media X il politico ticinese ha scritto martedì sera che il colloquio è avvenuto “nell’ambito della presidenza russa del Consiglio di sicurezza dell’ONU“.
Durante il confronto Ignazio Cassis ha informato Sergei Lavrov del vertice per la pace in Ucraina tenutosi a metà giugno al Bürgenstock, nel canton Nidvaldo, nel corso del quale il consigliere federale aveva detto che la Svizzera avrebbe fatto un “debriefing” con i Paesi che non hanno partecipato. Tra questi figura anche la Russia, che non era stata invitata, suscitando un vasto coro di critiche, anche in Svizzera, e attacchi da parte di Mosca.
In proposito Ignazio Cassis ha osservato che il summit non era diretto contro la Russia ma è stato necessario a preparare le basi per una trattativa che tenga conto degli interessi sia di Kiev che di Mosca.
- La notizia su blue NewsCollegamento esterno.
- Il dispaccio dell’agenzia NovaCollegamento esterno.
- Il post del ministro degli Esteri Ignazio Cassis su XCollegamento esterno.
Berna ha avviato una cinquantina di procedimenti in relazione a componenti riconducibili ad aziende elvetiche che sono state utilizzate dall’armata russa in Ucraina, in particolare in attacchi missilistici.
Dei 56 casi promossi dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), su un totale di circa 300 segnalazioni di sospette violazioni delle sanzioni commerciali contro Mosca, 42 sono passati in giudicato: 14 di essi sono sfociati in decreti penali e uno si è concluso con una sentenza pronunciata da un giudice penale.
Per l’agenzia del Dipartimento federale dell’economia (DEFR) la questione risiede principalmente nel fatto che le contestate componenti elettroniche, integrate negli armamenti russi, non vengono materialmente fabbricate in Occidente ma in paesi che non hanno aderito alle sanzioni internazionali, finendo poi a Mosca attraverso distributori che risiedono soprattutto in Cina e Hong Kong.
In proposito la SECO ha fatto sapere di aver messo in atto controlli più severi e che la maggior parte delle aziende svizzere coinvolte non ha effettuato alcuna consegna diretta alla Russia.
- L’articolo di rsi.chCollegamento esterno.
- La posizione di Berna sulle sanzioni contro la Mosca in un approfondimento di swissinfo.ch.
- La notaCollegamento esterno della SECO sulle misure restrittive adottate dalla Confederazione.
L’organizzazione di aiuto al suicidio “The Last Resort” ha fatto sapere oggi a Zurigo che intende mettere in funzione in Svizzera la controversa capsula “Sarco” entro la fine dell’anno. Per “rispetto” delle persone che ne faranno richiesta la promotrice Fiona Stewart non ha voluto fornire ai media ulteriori dettagli.
Ma la vicenda è lungi dall’essere ancora chiarita, in particolare dal profilo giuridico, nonostante le assicurazioni dei legali dell’associazione. Lunedì scorso l’ufficio del medico cantonale vallesano, seguendo l’orientamento della Procura del Canton Sciaffusa, ha vietato l’uso della cosiddetta “Tesla dell’eutanasia”, dopo le indiscrezioni di stampa su un suo imminente utilizzo sul suo territorio.
A differenza delle organizzazioni di aiuto al suicidio presenti in Svizzera (Dignitas, Exit), il servizio offerto da The Last Resor non richiede l’intervento di una o un medico: la capsula ideata da Philipp Nietschke consente all’aspirante suicida di procurarsi la morte semplicemente premendo un pulsante con il quale viene immesso l’azoto nell’abitacolo. L’uso di questo gas nelle esecuzioni capitali negli USA è però oggetto di forti critiche.
Intanto nei giorni scorsi il quotidiano NZZ aveva riferito che la persona selezionata per inaugurare, per la prima volta a livello mondiale, questo tipo particolare di suicidio assistito è già arrivata in Svizzera.
- La notizia riportata da tio.chCollegamento esterno.
- Sul suicidio assistito in Svizzera il contributo della collega Sibilla Bondolfi.
- Un ampio contributo del foglio zurighese NZZCollegamento esterno su questa vicenda (in tedesco).
Altri sviluppi
Succede anche questo in Svizzera: il piccolo comune neocastellano di Chaux-du-Milieu ha deciso di porre un freno all’arrivo di nuove famiglie sul suo territorio poiché la presenza di molti bambini e bambine sta creando insolubili problemi alle casse pubbliche.
La spesa per assicurare l’istruzione alle e ai 113 scolari, su un totale di circa 500 residenti, assorbe infatti il 98,46% delle entrate fiscali versate dalle persone fisiche e il bilancio consuntivo si è chiuso lo scorso anno con un deficit di 130’000 franchi, una cifra difficilmente sostenibile per l’esigua collettività.
La strategia messa in campo dalle autorità locali, per far fronte agli sbilanci contabili prevede quindi di affittare le abitazioni di proprietà comunale a coppie senza prole o con bimbi e bimbe non ancora in età scolare o la moratoria fino al 2030 per la costruzione di case unifamiliari.
Quello che è certo però è che per le e gli abitanti della ridente e bucolica località montana del Canton Neuchâtel si prospetta un futuro un po’ meno giocoso e dinamico.
- L’articolo di blue NewsCollegamento esterno.
- Ne parla anche tvsvizzera.it.
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