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Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

i guai giudiziari di UBS proseguono. L’ex dipendente che la banca aveva indicato come responsabile dello scandalo sulla manipolazione del Libor ora le chiede 400 milioni di dollari di risarcimento.

È stato anche giorno di seduta per il Consiglio federale, che ha deciso di stringere la morsa sui giganti del web.

Alla fine di questa selezione, parleremo anche delle conseguenze drammatiche che può avere un fornellino da fondue mal riposto.

Buona lettura!

Persona con smartphone
Il Governo pretende più trasparenza dai social media in Svizzera Keystone / Urs Flueeler

Il Consiglio federale vuole più trasparenza dalle grandi piattaforme digitali come Google, Meta, X o TikTok. Nel pomeriggio, il Governo ha avviato una consultazione su un progetto per rafforzare la regolamentazione in questo ambito.

L’obiettivo è tutelare i diritti delle persone che utilizzano queste piattaforme. In particolare, intende obbligare i giganti del web a informare l’utenza quando cancellano o bloccano contenuti e a motivare le proprie decisioni.

Dovrà inoltre essere introdotta una procedura che permetta di segnalare facilmente contenuti presumibilmente illeciti. Le piattaforme dovranno designare un rappresentante legale in Svizzera qualora la sede dell’azienda si trovi all’estero.
Il Consiglio federale vuole così contrastare la diffusione di calunnie, insulti, discriminazioni e incitamenti all’odio.

Il progetto era molto atteso a Palazzo federale. L’Esecutivo aveva rinviato più volte una decisione in merito. Le trattative in corso con gli Stati Uniti sui dazi doganali erano state addotte come motivo per un nuovo rinvio, che aveva suscitato irritazione sotto la Cupola.

Due persone
Tom Hayes accusa UBS di averlo trasformato nel “capro espiatorio perfetto”. EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

UBS torna al centro dell’attualità questo mercoledì.Il colosso bancario svizzero presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) sulle obbligazioni AT1. Ha inoltre pubblicato i risultati trimestrali.

Durante la vendita di Credit Suisse a UBS, titoli per un valore di 16 miliardi di franchi erano stati azzerati. A metà ottobre, il TAF ha ribaltato questa decisione, ritenendo che l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) non avesse alcuna base legale per farlo. UBS ha annunciato oggi che presenterà ricorso, schierandosi così al fianco della Finma per difendere il piano di salvataggio di Credit Suisse.

UBS è anche coinvolta nello scandalo della manipolazione fraudolenta del tasso d’interesse Libor, utilizzato per i prestiti interbancari. La banca è stata citata in giudizio da un ex trader, che era stato indicato da UBS come la mente dell’operazione per proteggere l’istituto. Ora chiede 400 milioni di dollari di risarcimento al suo ex datore di lavoro.

Nel frattempo, la prima banca del Paese ha registrato un netto aumento dei risultati nel terzo trimestre. A fine settembre ha riportato un utile netto di 2,5 miliardi di dollari, in crescita del 74% su base annua. UBS afferma inoltre di aver compiuto progressi nell’integrazione di Credit Suisse.

Persona
Philippe Matthias Bregy, presidente del Centro. Keystone / Alessandro Della Valle

Dopo il Partito liberale radicale (PLR, destra) e l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), anche il Centro chiarisce la propria posizione sui nuovi accordi tra la Svizzera e l’Unione europea.

Il presidente del partito Philippe Matthias Bregy li ha definiti “accettabili” nei giornali del gruppo Tamedia. “Questo accordo non ci entusiasma, ma è essenziale mantenere relazioni con l’UE basate su regole chiare”, ha dichiarato Bregy in un’intervista ai quotidiani svizzerotedeschi. Secondo lui, occorre però apportare miglioramenti a livello nazionale, in particolare nella gestione dell’immigrazione e nell’adozione dinamica del diritto UE.

Il presidente del Centro invita a “sfruttare sistematicamente” i margini di manovra nell’applicazione delle norme europee. “La Svizzera è troppo spesso l’allieva modello del diritto europeo. Ci aspettiamo maggiore creatività e flessibilità per trarre il massimo vantaggio dalla situazione”, ha affermato.

I nuovi accordi negoziati con l’UE hanno ricevuto un’accoglienza generalmente favorevole da parte di partiti, associazioni e organizzazioni, ad eccezione dell’UDC. La consultazione si concluderà il 31 ottobre.

Ristorante in fiamme
All’alba del 19 settembre 2022, dopo una notte di lotta contro le fiamme, il ristorante di Glacier 3000 era andato completamente distrutto. Keystone / Laurent Gillieron

Le cause dell’incendio che aveva devastato il ristorante progettato da Mario Botta sul Glacier 3000, nel comprensorio di Les Diablerets (canton Vaud), sono state chiarite. E sono molto “svizzere”: la colpa è di un fornellino da fondue.

Nella notte tra il 18 e il 19 settembre 2022, la parte superiore della stazione d’arrivo della funivia del Glacier 3000 era andata in fiamme. Il rogo in cima alla montagna nel cuore della notte aveva assunto la forma di un gigantesco fornellino da fondue.
Il dramma non aveva causato feriti, ma i pompieri avevano impiegato 23 ore per domare le fiamme in condizioni difficili.

Ironia della sorte, l’inchiesta penale ha rivelato che l’incendio è stato causato dall’alcol combustibile di un fornellino da fondue ancora acceso, impilato su altri apparecchi, hanno rivelato 24 heures e Le Temps. Eppure, il manuale d’uso conteneva un avvertimento illustrato che vietava d’impilare questi oggetti.

La responsabile della ristorazione in carica all’epoca è stata rinviata a giudizio per incendio colposo. Non è stata lei a riporre i fornelli in modo scorretto, ma il Ministero pubblico le rimprovera di non essersi preoccupata delle modalità d’uso dei nuovi apparecchi, consegnati poche settimane prima, e di non aver informato il personale. Avrebbe, insomma, “ignorato i suoi doveri di prudenza in materia di sorveglianza, istruzione o delega delle mansioni che le competevano”.

Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

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