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Sánchez chiude la campagna a Getafe, ‘Adelante’ e bandiere rosse

Pedro Sánchez conclude stasera la campagna elettorale KEYSTONE/AP/Emilio Morenatti sda-ats

(Keystone-ATS) Il premier spagnolo Sánchez chiude la campagna elettorale per le politiche di domenica 23 luglio a Getafe, città alle porte di Madrid abitata da quella ‘working class’ tradizionalmente alleata del suo Partito Socialista.

È l’ennesimo appuntamento con le urne a cui il capo del governo uscente, in cerca di un terzo mandato, arriva in realtà da sfavorito. Ma il clima che si respira nel palazzetto dello sport scelto per l’atto finale di questa lunga caccia alla “remontada” sulle destre – date in vantaggio dai sondaggi – non è quello di chi sente di dover accettare la resa. “Domenica vincerà il Partito Socialista e perderanno Partito Popolare e Vox”, proclama Sánchez dal palco montato in centro alla struttura. “Presidente, presidente”, rispondono in coro i simpatizzanti del partito presenti.

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“Il 23 luglio dobbiamo scommettere tutti sul rosso, per continuare ad avanzare. Dobbiamo andare tutti a votare Partito Socialista”, è il suo incitamento, scandito con tono deciso.

Negli ultimi giorni, il leader socialista ha dato particolare sfoggio di sintonia con la sua vice Yolanda Díaz, che si candida a capo del nuovo progetto di sinistra Sumar. Un tandem progressista che si presenta come risposta alla forza d’urto degli avversari conservatori, che hanno fatto della promessa di “abrogare il sanchismo” il loro principale motto per puntare alla scalata verso la Moncloa.

Santiago Abascal Conde, fondatore e leader di Vox, ha concluso invece la campagna elettorale nel centro di Madrid. “Basta parlare di sancismo: la verità è che dobbiamo abrogare il socialismo. Diciamo basta con chi minaccia la nostra sovranità energetica, economica, culturale. Da domenica in poi basta con decisioni prese sulle nostre teste”, ha detto ai suoi sostenitori.

Il leader del Pp, Alberto Nunez Feijòo, dal canto suo ha promesso “meno tensione, meno personalismo, meno io, io io e più noi, noi noi. Non sono il tipo che si sottomette a patti” nella manifestazione di chiusura della campagna elettorale a La Coruna, nella sua Galizia.

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