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Scandalo immobiliare Suva: la resa dei conti

Il Tribunale penale federale di Bellinzona dove si svolge il processo Keystone

Il primo processo per la truffa immobiliare all'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva), con tangenti milionarie, si apre lunedì al Tribunale penale federale di Bellinzona.

Alla sbarra sono chiamate sei persone. Devono rispondere, a vario titolo, di corruzione attiva e passiva, truffa, infedeltà nella gestione pubblica e falsità in atti formati da pubblici ufficiali.

L’intero procedimento, che coinvolge dieci imputati, è articolato in tre parti, in funzione dei ruoli avuti dagli accusati, su un totale di sei giornate di dibattimenti.

Nel primo processo, che inizia lunedì, vengono giudicati i sei imputati principali. La data della sentenza non è ancora stata fissata: la Corte la deciderà nel corso della settimana. Si prevede comunque che sarà emessa entro la fine di novembre.

“Il giudizio degli altri due processi, che si terranno il 5 e l’11 e il 12 dicembre, dipenderà dalle condanne del primo, poiché i quattro imputati sono accusati di reati minori”, ha spiegato a swissinfo la segretaria generale del Tribunale penale federale (TPF), Mascia Gregori Al-Barafi.

Una truffa con un giro di tangenti milionario

Tutti reiconfessi, gli imputati rischiano condanne che vanno da pene pecuniarie alla reclusione per un massimo di cinque anni. La Procura federale farà sapere lunedì le richieste di pena.

A vario titolo, gli imputati sono accusati di avere partecipato a un raggiro che ha consentito di vendere a un prezzo irrisorio rispetto al valore di mercato otto immobili della Suva in Ticino e nella Svizzera tedesca. In totale erano stati pagati 46,97 milioni di franchi, ossia ben 26,2 milioni in meno del valore di mercato calcolato tramite una perizia indipendente eseguita su mandato del Ministero pubblico della Confederazione.

Due cervelli con molte complicità

I due principali protagonisti della vicenda sono l’ex capo della divisione finanze e immobili della Suva a Lucerna e un agente immobiliare italiano attivo in Ticino. Quest’ultimo, secondo l’accusa promossa dal Ministero pubblico della Confederazione, avrebbe indotto il primo a vendergli alcuni edifici di proprietà della Suva a un prezzo stracciato, in cambio di mazzette per circa un milione di franchi. In seguito i due avrebbero costituito una società tramite la quale avrebbero comperato altri stabili dell’assicuratore, sempre a prezzi notevolmente inferiori al valore reale.

Le transazioni sarebbero state rese possibili dalla complicità di due periti, che avrebbero effettuato stime fasulle, ingannando così le commissioni competenti per la vendita di immobili della Suva. Altri complici avrebbero stipulato contratti di intermediazione fittizi, per i quali la Suva e alcune banche hanno versato cospicue provvigioni. L’istituto sarebbe in tal modo stato ingannato sulla vera identità degli acquirenti. Il dirigente della Suva avrebbe pure goduto dell’aiuto del suo vice per accelerare la vendita di due edifici dell’istituto.

Parallelamente le banche hanno concesso alla società dell’agente immobiliare e del dirigente della Suva ipoteche basate sulle loro stime dei valori degli edifici, che erano molto più elevate dei prezzi di vendita.

Secondo l’atto d’accusa, i due soci in affari avrebbero così accumulato un patrimonio ingente. Il dirigente della Suva avrebbe incassato circa 1,8 milioni di franchi e l’agente immobiliare almeno altrettanto.

Potrebbe seguire una causa civile

Dopo che, nell’autunno 2005, era venuta a galla la truffa, la Suva, tramite una convenzione, aveva ottenuto l’annullamento dei contratti di compravendita in questione e riacquistato i suoi beni al prezzo di vendita. In tal modo non aveva subito perdite.

Cìò nonostante, la Suva si è costituita parte lesa. Un passo compiuto in considerazione dei costi che l’istituto ha avuto per fare piena luce sulla situazione e quelli di avvocatura per tutelare i propri interessi nell’ambito del procedimento penale, ha indicato a swissinfo la portavoce della Suva Barbara Salm.

L’istituto assicurativo non ha ancora deciso se eventualmente intentare cause civili per avanzare pretese di risarcimento. Dapprima attende l’esito del processo, ha precisato la portavoce.

Ristrutturazione interna alla Suva

Tre perizie esterne commissionate dalla Suva in seguito alla scoperta della truffa, avevano ravvisato lacune e debolezze nelle strutture e nel sistema di controllo dell’azienda. Questa ha quindi adottato dei provvedimenti. La misura più importante della riorganizzazione è sicuramente stata la separazione della divisione finanze e immobili in due entità distinte, rileva Barbara Salm.

swissinfo, Sonia Fenazzi

L’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuniLa (Suva) è un’azienda autonoma di diritto pubblico. Nel consiglio d’amministrazione sono rappresentati il padronato, i sindacati e la Confederazione.

Con oltre centomila aziende per un totale di circa 1,8 milioni di salariati affiliati è il più grande istituto di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni in Svizzera.

L’istituto gode di un semimonopolio: i settori ad alto rischio di infortuni (soprattutto industria e artigianato) sono obbligatoriamente assicurati dalla Suva.

Dal 2005 alla Suva è stata affidata anche la gestione dell’assicurazione militare.

Nell’esercizio 2006 la Suva ha registrato un’eccedenza di 289,5 milioni di franchi

Portafoglio immobiliare: ca. 3 miliardi di franchi

Investimenti immobiliari: ca. 300 milioni di franchi

Infortuni dichiarati: ca 446mila

Nuove rendite attribuite: 2327 per complessivi 670 milioni di franchi

Negli ultimi anni le assicurazioni private hanno esercitato pressioni per una liberalizzazione totale del mercato e una privatizzazione della Suva. Pressioni aumentate dopo la vicenda delle vendite di immobili sotto costo.

Da una vasta consultazione su due disegni preliminari di revisione della Legge federale sull’assicurazione contro gli infortuni è però emersa una maggioranza in favore della continuità del sistema attuale.

Il governo svizzero lo scorso settembre ha perciò incaricato il ministero dell’interno di preparare i progetti di revisione da trasmettere al parlamento per la primavera 2008.

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