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Le multinazionali farmaceutiche rinunciano alla causa contro il governo del Sudafrica

Dimostranti in piazza mercoledì a Pretoria per protestare contro l'azione giudiziaria intentata da 39 ditte farmaceutiche contro il Sudafrica Keystone

Le 39 ditte farmaceutiche hanno rinunciato alla causa contro il governo del Sudafrica per i farmaci contro l'Aids, importati a basso costo e senza rispettare i brevetti. L'annuncio è stato fatto in aula giovedì mattina dal legale delle multinazionali farmaceutiche, tra le quali figurano anche le svizzere Novartis ed Hoffmann-La Roche.

Il Sudafrica potrà quindi continuare ad utilizzare medicamenti generici nella lotta contro l’Aids. L’accordo, annunciato giovedì mattina nell’aula dell’Alta Corte di Pretoria (nella quale avrebbero dovuto continuare le udienze del processo iniziato oltre un mese e mezzo fa) pone fine alla vertenza che oppone 39 gruppi farmaceutici mondiali all’esecutivo sudafricano sulla politica dei prezzi dei medicinali per la cura dell’Aids.

La conclusione positiva della vertenza era nell’aria fin da mercoledì mattina quando l’inizio del processo era stato, in un primo tempo, posticipato di quattro ore, per poi essere aggiornato a giovedì mattina. La svolta è venuta martedì sera in una riunione indetta dalle cinque maggiori industrie farmaceutiche mondiali (il gruppo britannico Glaxo Smith Kline, numero uno mondiale del settore, le americane Merck e Bristol Myers-Squibb, la tedesca Boehringer Ingelheim e la svizzera Hoffmann-La Roche), che si sono riunite con l’obiettivo di convincere le altre 34 compagnie farmaceutiche a ritirare la denuncia contro il governo sudafricano.

Con la decisione di ritirare unilateralmente la causa intentata contro il governo sudafricano le 39 industrie farmaceutiche internazionali tentano di raddrizzare un’immagine compromessa a livello di opinione pubblica mondiale proprio da questo processo. L’immagine delle case farmaceutiche uscita da questa vicenda è infatti quella di profittatrici decise a realizzare profitti economici sproporzionati nella vendita dei medicinali anti-Aids, un’epidemia che in Sudafrica colpisce oltre 5 milioni di persone.

Ad approfittare di questa decisione saranno in primo luogo proprio gli ammalati sudafricani, per i quali la possibilità di procurarsi medicinali a buon mercato rappresenta un aspetto fondamentale contro la malattia

«È un’eccellente notizia»: questa la reazione a caldo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) all’odierna decisione delle 39 ditte farmaceutiche di rinunciare alla causa sui medicinali anti-Aids intentata al governo africano.

La decisione, «consentirà alle autorità del Sudafrica e alle stesse compagnie farmaceutiche di concentrare i loro sforzi nella lotta per migliorare l’accesso ai medicinali nel paese, lasciando dietro la causa legale e guardando avanti all’azione concreta.

È un passo molto positivo», ha dichiarato Jonathan Quick, direttore del programma sui medicinali essenziali. Adesso per aiutare le persone colpite dal virus dell’Aids i «punti chiave» sono due: aumentare le risorse finanziarie locali e internazionali, «perchè – ha precisato Quick – la riduzione dei prezzi dei medicinali è solo un aspetto del problema e c’è bisogno di più soldi» e quindi trarre profitto ed applicare le esperienze positive di sistemi di assistenza sanitaria che già esistono in Africa.

Per l’esperto dell’Oms, lo scopo della legge sudafricana sui medicinali è sicuramente compatibile con le regole della Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, forse – ha aggiunto – bisognerà chiarire il linguaggio nelle regole di applicazione.

Il procedimento giudiziario avviato dalle multinazionali farmaceutiche verteva essenzialmente sul rispetto dei brevetti internazionali nel settore dei medicinali. Al Sudafrica le 39 ditte farmaceutiche rimproveravano di non rispettare gli accordi internazionali “TIRPS”, firmati in Marocco nel 1994 e che regolano, a livello mondiale, la proprietà intellettuale ed i brevetti. Le 39 multinazionali farmaceutiche contestavano al governo di Pretoria la costituzionalità di una legge, votata nel 1997, che permettere tra l’altro d’importare e produrre i cosiddetti farmaci generici, copie esatte di medicinali brevettati.

Benché si tratti potenzialmente d’ogni genere di farmaco, nell’occhio del ciclone sono finiti i trattamenti per lottare contro l’Aids. Il Sudafrica, con il 10 percento della popolazione sieropositiva e la sua impossibilità economica a fronteggiare gli aspetti essenziali di questo flagello, ha attirato l’attenzione mondiale su di sé. Rispecchia però anche la situazione di una buona parte dell’Africa subsahariana devastata dalla malattia. Venticinque, dei trentasei milioni di sieropositivi al mondo, risiedono infatti in questa regione del mondo, troppo povera per potersi permettere di acquistare i farmaci per i propri ammalati.

Quale esempio di questa situazione viene spesso citato il fluconazolo, un farmaco che consente di combattere alcune infezioni legate all’Aids. In quanto farmaco generico è prodotto in Thailandia ad un prezzo di circa 80 volte inferiore rispetto a quello praticato dalla Pfizer che lo ha brevettato.

swissinfo e agenzie

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