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Medicine per il sud

Attivisti anti-Aids in Sudafrica: nel paese ogni giorno la malattia uccide 600 persone Keystone Archive

Dall'Aids non si può guarire. Grazie a nuovi farmaci è però possibile controllare la malattia. Il problema: nei paesi poveri l'accesso a questi medicinali è difficile.

Dichiarazione di Berna e Aiuto Aids svizzero hanno lanciato una campagna, chiamando in causa governo svizzero e Roche.

Per i paesi poveri, con sistemi sanitari poco sviluppati, i medicinali per la cura dell’Aids e i metodi per diagnosticare la malattia e per controllarne il decorso rimangono troppo cari e di difficile accesso.

La malattia continua ad uccidere anche in Europa, Stati Uniti e Giappone. Ma, grazie alle terapie sviluppate nel corso degli anni, la mortalità dovuta all’Aids è diminuita dell’85% circa.

Di fronte all’estendersi dell’epidemia, Dichiarazione di Berna (DB) e Aiuto Aids svizzero (AAS) hanno lanciato una campagna per favorire l’accesso ai medicamenti anti-Aids nei paesi poveri e in via di sviluppo.

“In questo momento è necessario un impegno accresciuto per far diminuire i prezzi dei medicinali”, osserva Jan Suter, responsabile della campagna dell’AAS.

Diritti dei malati e diritti di proprietà

Alcuni passi sono già stati compiuti a livello internazionale. Nel 2002 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha inserito nella lista dei medicinali essenziali 12 farmaci che servono a combattere il virus HIV, di cui due prodotti dalla Roche.

D’altro canto la politica di protezione globale della proprietà intellettuale, perseguita dall’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC) e sostenuta dalle industrie farmaceutiche, impedisce – secondo BD e AAS – la vendita di medicinali generici a prezzi accessibili nei paesi più poveri.

Pressione sulla Roche

Nella loro campagna, DB e AAS chiedono in particolare alla Roche, la più importante azienda svizzera produttrice di farmaci anti-Aids, di adottare una politica di protezione dei brevetti che tenga conto dei differenti gradi di sviluppo dei singoli paesi.

“Fino a non molto tempo fa la Roche ha avuto un atteggiamento molto restrittivo e poco trasparente nell’ambito dei prezzi dei medicinali anti-Aids”, dice Jan Suter.

“Ora le cose sono un po’ cambiate”, ammette il rappresentante dell’AAS. Dal 1° marzo 2003 la Roche ha accettato di vendere il nelfinavir, un farmaco antiretrovirale, ad un prezzo più basso nei paesi più poveri e in alcuni paesi in via di sviluppo.

Primi passi nella giusta direzione

L’azienda farmaceutica si è inoltre impegnata a non pretendere il rispetto dei propri brevetti nei paesi più poveri. “Roche ha compiuto un passo nella giusta direzione”, concede Suter.

“Ma per quel che riguarda i brevetti, non basta rinunciarvi nei paesi che hanno bisogno dei farmaci. Bisogna farlo anche nei paesi che producono medicinali generici, come per esempio l’India o la Tailandia.”

Quanto alla riduzione dei prezzi dei farmaci, le due ONG chiedono che sia più incisiva anche in paesi a reddito basso quali l’Ucraina o il Guatemala. “Non si può aspettare che l’epidemia raggiunga dimensioni catastrofiche come nell’Africa australe prima di ridurre massicciamente i prezzi”, dice Julien Reinhard della Dichiarazione di Berna.

“Il problema non sono i prezzi”

“Il problema non sono i prezzi dei medicinali”, ribatte Daniel Piller, portavoce della Roche. “Nei paesi in via di sviluppo bisogna intervenire sulle infrastrutture sanitarie, sulla formazione, su programmi d’intervento in collaborazione con i governi”.

Del resto, aggiunge, “bisogna ricordare che non guadagniamo più nulla sui medicinali anti-Aids venduti in Africa.”

Toni analoghi da parte di Thomas Cueni, direttore di Interpharma, l’associazione delle aziende farmaceutiche in Svizzera: “I brevetti non inibiscono attualmente l’accesso ai medicamenti essenziali nei paesi in via di sviluppo più colpiti.”

Una rinuncia generalizzata ai brevetti nei paesi in via di sviluppo o addirittura in alcuni paesi emergenti non entra però in questione. “È chiaro che senza brevetti non ci può essere ricerca”, riassume Cueni.

Appello al governo

DB e AAS fanno inoltre appello al governo svizzero affinché dia la priorità, nella sua politica commerciale e di aiuto allo sviluppo, ai diritti dei malati piuttosto che a quelli dei detentori di brevetti sui medicinali.

“Nelle trattative internazionali sui diritti di proprietà intellettuale la Svizzera si è profilata come un paese che difende gli interessi dell’industria farmaceutica”, osserva Suter. “Noi pensiamo che questo debba cambiare, anche per dare maggiore coerenza alla politica svizzera di aiuto allo sviluppo.”

swissinfo, Andrea Tognina

Persone contagiate dal virus HIV nel mondo (2002): 42 milioni
95% vive in paesi in via di sviluppo e dell’est
Decessi a causa dell’Aids nel mondo (2002): 3,1 milioni
98% in paesi in via di sviluppo e dell’est

Glossario

Medicinali generici:
Medicinali con la stessa efficacia terapeutica dei farmaci con marchio protetto, ma prodotti al di fuori di un brevetto (quando il medicinale originale non è o non è più protetto da un brevetto).

Medicinali essenziali:
Medicinali contenuti in una lista dell’OMS, che comprende un numero limitato di farmaci utili, efficaci e sicuri, che rispondono a bisogni sanitari prioritari.

Nelfinavir:
Farmaco antitetrovirale, iscritto nella lista dell’OMS sui medicinali essenziali. I diritti esclusivi sul nelfinavir sono detenuti da Roche, che lo vende con il nome di Viracept. È particolarmente adatto ai paesi del sud, poiché è ben tollerato dall’organismo e non necessita di refrigerazione.

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