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Sergente apre il fuoco in una base in Georgia, cinque feriti

Keystone-SDA

Cinque soldati feriti, di cui due gravi. Questo il bilancio della sparatoria odierna a Fort Stewart, in Georgia, che poteva essere molto più grave considerando che in quella che è una delle più grandi basi militari negli Stati Uniti vivono circa 10'000 persone.

(Keystone-ATS) Sono ancora pochi i dettagli sull’ennesimo atto di violenza delle armi in America. L’unica informazione, per ora, è che l’autore è un sergente di 28 anni, fermato dalla polizia alle 11.35 ora locale (le 17.35 in Svizzera), circa mezz’ora dopo l’inizio della sparatoria, prima che potesse compiere una strage.

L’esercito ha dichiarato che sta indagando sulla sparatoria ma, oltre al movente, rimangono ancora molti interrogativi senza risposta, tra cui le condizioni dei soldati feriti e l’identità dell’attentatore. Funzionari della Casa Bianca e del dipartimento della Difesa hanno affermato che Donald Trump e il segretario Pete Hegseth sono stati informati della sparatoria, mentre l’Fbi sta collaborando alle indagini.

Non è la prima volta che episodi del genere avvengono in quelli che dovrebbero essere i luoghi più sicuri degli Stati Uniti. Tra i più sanguinosi si ricorda quello del 2009 a Fort Hood, in Texas, quando uno psichiatra dell’esercito uccise 13 persone e ne ferì 30. Nel 2013, un dipendente della Difesa ed ex riservista della Marina uccise 12 persone al Navy Yard di Washington prima di essere ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia.

Nel 2014, un soldato sparò contro i commilitoni, di nuovo a Fort Hood, uccidendo tre persone e ferendone più di una dozzina prima di suicidarsi. Nel 2019, uno studente di aviazione aprì il fuoco in un’aula della base aeronavale di Pensacola, in Florida, uccidendo tre persone e ferendone un’altra dozzina, tra cui due vice sceriffi. Pochi giorni prima, un marinaio della Marina americana uccise a colpi d’arma da fuoco due persone prima di suicidarsi a Pearl Harbor, la base navale Usa alle Hawaii.

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